A 27 anni è considerato uno dei più spietati e feroci killer della camorra napoletana. Un boss con licenza di uccidere che avrebbe firmato, col sangue, almeno 5 omicidi. Delitti commessi in nome del clan Amato-Pagano, la cosca degli scissionisti di Secondigliano che voleva conquistare il monopolio su spaccio ed estorsioni tra Marano e Arzano.
E’ un ritratto inquietante quello dipinto dall’Antimafia attorno alle “gesta” criminali di Francesco Paolo Russo, il pluripregiudicato di Pompei che sulle spalle porta un nome pesante. E’ il figlio di “Ettoruccio” Russo, ras di punta del clan Cesarano e fedelissimo di “don Ferdinando”, lo storico boss di Ponte Persica. In quel mondo di mezzo che divide Pompei e Scampia, il figlio di Ettore Russo, avrebbe creato la sua “carriera” di capoclan con la pistola calda. Finendo col diventare una figura di punta del clan Amato-Pagano.
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