Il processo
Gli incassi della camorra investiti in palazzi e titoli di Stato Il pm chiede di ascoltare Casillo, l’ex padrino degli Aquino Annunziata
Ciro FORMISANO Boscoreale Sarà Francesco Casillo, l’ex re dello spaccio del Piano Napoli di Boscoreale, a far luce sul viaggio dei soldi della camorra. Il sistema di riciclaggio dei capitali illeciti legati al clan Aquino-Annunziata che ha portato a processo, davanti ai giudici del tribunale di Torre Annunziata, 14 persone. Gli imputati sono tutti accusati di aver investito i soldi del ras in case, appartamenti, terreni e persino in falsi titoli di Stato. Riciclaggio e favoreggiamento con l’aggravante mafiosa sono i capi d’imputazione contestati, a vario titolo, agli imputati.
Casillo, meglio noto nei vicoli della camorra con il soprannome di ‘a vurzella, verrà ascoltato nella prossima udienza. Una richiesta firmata direttamente dal pubblico ministero e volta a chiarire tutte le ombre sollevate sulle indagini che hanno fatto luce sull’impero imprenditoriale legato all’ex re dello spaccio. Il presunto boss, recentemente assolto in appello per l’omicidio dei fratelli Marco e Maurizio Manzo (uccisi a Terzigno nel 2007), si presenterà davanti ai giudici del tribunale oplontino per raccontare la sua versione dei fatti. Un’udienza attesa, soprattutto per le dichiarazioni Casillo, che in questi anni è stato – per un breve periodo anche un collaboratore di giustizia. Dalle sue dichiarazioni sono nate numerose inchieste della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, tra cui quella che vede alla sbarra i suoi presunti fiancheggiatori. Secondo le indagini – sfociate in due distinti processi – Casillo avrebbe messo a disposizione degli imprenditori diversi milioni di euro per l’acquisto di case, appartamenti e terreni tra Napoli, Caserta e Bo- scoreale. Ma anche altre arte attività imprenditoriali, come l’acquisto di titoli di Stato e l’apertura di imprese in giro per il mondo per la raccolta dei soldi sporchi. Come una fondazione con sede in Croazia che sarebbe stata aperta – sempre secondo gli inquirenti – proprio per ripulire il denaro della camorra. Come? Attraverso l’introduzione in Italia di titoli di Stato contraffatti, l’alterazione di strumenti finanziari e l’apertura di linee di credito attraverso titoli taroccati. Un’attività favorita, tra gli altri, da alcuni “palazzinari” al servizio anche di altri clan. Colletti bianchi dell’imprenditoria ai quali la camorra si sarebbe rivolta per investire – anche nel mattone – gli introiti dello spaccio. Un’attività partita da un rione di case popolari del Piano Napoli e arrivata ad avvolgere quattro nazioni (Brasile, Svizzera, Croazia e Spagna) e due continenti.
Misteri che sarà chiamato a chiarire, nella prossima udienza fissata a fine giugno, l’ex re dello spaccio del Piano Napoli.
FRANCESCO CASILLO
Sarà l’ex re dello spaccio del Piano Napoli di Boscoreale a far luce sul viaggio dei soldi della camorra. Tremano i colletti bianchi del clan.