Il 2020 è stato, ed è un anno che ha creato molti problemi alle aziende di ogni tipo. Anche se non si direbbe, ma anche i grandi colossi tecnologici hanno avuto molte perdite e ne avranno ancora nel 2021, ma hanno imparato una grande lezione.
Di recente Apple ha presentato la nuova serie di iPhone, ma a differenza degli anni passati, ha posticipato l’evento fino al 13 ottobre e i nuovi prodotti arriveranno nei negozi solamente tra fine mese ed inizio di novembre. Come mai tutto questo ritardo? Apple, per fare un esempio, lavora ai nuovi iPhone fin dall’inizio dell’anno ed essendo stati chiusi prima i siti di produzione in Cina a gennaio/febbraio. Inoltre, Apple ha messo la maggior parte dei suoi lavoratori in smartworking nel primo quadrimestre dell’anno, questa mossa ha rallentato moltissimo la progettazione dei nuovi dispositivi, portando a produrre i primi modelli solamente a settembre, rischiando di non presentare quest’anno i nuovi modelli.
Ovviamente non solo Apple ha avuto problemi di questo tipo, altre aziende tecnologiche infatti hanno avuto problemi con la produzione e la progettazione di nuovi prodotti, causando notevoli perdite. (Aziende come Samsung, Apple e Huawei ricavano circa il 30% del fatturato annuale dalla vendita di prodotti). La pandemia ha portato però alla crescita del settore dei servizi tecnologici, start-up e altre aziende infatti hanno avuto la possibilità di far accrescere in modo praticamente illimitato il loro numero di utenti, e così è stato. Aziende come Zoom o Houseparty, che hanno offerto servizi durante la pandemia, sono riuscite a raggiungere un capitale tale da potersi quotare in borsa.
La pandemia ha inoltre portato nuove esigenze per le persone: necessità di migliori e più dispositivi per rimanere connessi. Così finita la prima “ondata” della pandemia, tra giugno e luglio, si è verificato un boom delle vendite di dispositivi elettronici. Questi dispositivi però sono però i cosiddetti “medio-gamma”, ossia dispositivi validi tecnologicamente validi, ma che tutti possono permettersi economicamente.
Questa “novità” del mercato, ha portato tutti i produttori tecnologi a ridimensionare la produzione e la progettazione di dispositivi, rendendoli alla portata di tutti. Apple stessa, ha annunciato solamente ad agosto la variante “mini” (quindi meno costosa) dei nuovi iPhone e i prodotti presentati lo scorso mese hanno avuto un ridimensionamento del prezzo. Anche altre aziende di smartphone come Samsung, Huawei e Xiaomi hanno presentato prodotti che non superano la soglia dei 700 euro.
È la lotta per il best-buy.
Dopo anni in cui gli smartphone e i portatili sono arrivati a costare addirittura oltre i 1.000 €, ora le aziende stanno facendo “marcia indietro” e stanno proponendo prodotti alla portata di tutti gli utenti. Forse stiamo assistendo ad un ritorno dei valori fondamentali della tecnologia: ossia offrire strumenti migliori ad un prezzo basso affinché tutti possano usufruirne.
TECNOMANIA
20 ottobre 2020
La pandemia cambia anche il mercato degli smartphone e dei PC
Davide Capricano