Il grandissimo numero e l’infinita varietà dei giochi fa inizialmente disperare di trovare un principio di classificazione che consenta di suddividerli tutti in un numero limitato di categorie ben definite. Inoltre, essi presentano aspetti così diversi che i punti di vista autorizzati sono molteplici. Il vocabolario corrente dimostra sufficientemente il grado generale di esitazione e incertezza: esso impiega infatti molte classificazioni concorrenti. Non ha senso contrapporre i giochi di carte ai giochi di destrezza, né i giochi di società ai giochi olimpici.
Il criterio di suddivisione dei giochi
In un caso si sceglie come criterio di suddivisione lo strumento del gioco; in un altro la qualità principale che esso esige, mentre in un terzo il numero dei giocatori e l’atmosfera della partita. Nell’ultimo, infine, il luogo in cui il cimento verrà disputato. Inoltre, e questo viene a complicare il tutto, si può giocare a uno stesso gioco da soli o in molti. Un determinato gioco potrà quindi mobilitare diverse qualità insieme o non richiederne alcune. In uno stesso luogo, si può giocare a giochi molto diversi: i cavalli di legno delle giostre e il diabolo sono tutti e due giochi all’aperto: ma il bambino che si diverte passivamente abbandonandosi al moto rotatorio della giostra non si trova nello stesso stato d’animo di quello che si dà daffare per ricevere bene il suo rocchetto sulla cordicella.
Descrizione delle diverse tipologie e metodologie di gioco
D’altra parte, molti giochi si giocano senza alcuno strumento o accessorio, e uno stesso accessorio può assolvere funzioni diverse a seconda del gioco preso in considerazione. Le biglie sono in genere strumenti di un gioco di destrezza, ma uno dei giocatori può anche cercare di indovinarne il numero pari o dispari nella mano chiusa dell’avversario: esse diventano allora lo strumento di un gioco d’azzardo. Soffermiamoci tuttavia su quest’ultima espressione; per una volta essa allude al carattere fondamentale di una tipologia di gioco ben preciso. Sia di fronte a una scommessa che dinnanzi alla lotteria, alla roulette, alle slots online o al baccarat, è chiaro che il giocatore (detto anche gambler in gergo tecnico) mantiene lo stesso tipo di atteggiamento. Il giocatore non prende iniziativa, attende invece la decisione della sorte. Ecco perché in molti casi i giocatori più esperti sono spesso votati a un senso di scaramanzia, volto a migliorare le proprie performance e il gioco stesso.
Al contrario il pugile, il podista e il giocatore di scacchi ce la mettono tutta per vincere. Poco importa che a volte questi giochi siano di natura atletica, a volte di tipo intellettuale. L’atteggiamento del giocatore è quello che conta maggiormente e che farà la differenza; esso consiste nello sforzo e nella fatica di vincere contro un avversario, il quale si troverà nella stessa situazione e condizione psico-fisica. Appare così giustificato contrapporre i giochi d’azzardo ai giochi di tipo agonistico. Principalmente diventa stimolante vedere se non sia possibile scoprire altri atteggiamenti non meno fondamentali, e tali da fornire eventualmente gli indici di una classificazione ragionata.
Quattro categorie di classificazione dei giochi secondo Caillois
Dopo un esame delle diverse possibilità, possiamo proporre a tale scopo una suddivisione in quattro categorie principali a seconda che, nei giochi considerati, predomini il ruolo della competizione, del caso, del simulacro o della vertigine. Lo scrittore Roger Caillois chiama queste categorie con i seguenti nomi: Agon, Alea, Mimicry e Ilinx. Tutte e 4 appartengono a pieno titolo al campo dei giochi: si gioca al calcio, a biglie o a scacchi (Agon), si gioca alla roulette o alla slot machine (Alea), si gioca ai pirati o si recita la parte di Nerone o quella di Amleto (Mimicry), ci si diverte, si gioca a provocare in noi, con un movimento accelerato di rotazione o di caduta, uno stato organico di perdita della coscienza e di smarrimento (Ilinx).
Gli elementi che regolano e stabiliscono la natura dei giochi
Tuttavia queste designazioni non esauriscono ancora l’intero universo del gioco. Esse lo dividono in quadranti ciascuno dei quali è governato da un principio originale e delimitano dei settori che riuniscono e contemplano giochi della stessa specie e tipologia. Eppure all’interno di tali settori, i vari giochi si scaglionano nello stesso ordine, secondo una progressione comparabile. E lì si può contemporaneamente ordinare fra due poli antagonisti. A un’estremità regna, quasi in mondo incondizionato un principio comune di divertimento, di turbolenza, di libera improvvisazione e spensierata pienezza vitale, attraverso cui si manifesta una fantasia di tipo incontrollato che si può designare con il nome di paidia. All’estremo opposto, questa esuberanza irrequieta e spontanea è quasi totalmente assorbita da una tendenza complementare, opposta alla sua natura anarchica: un’esigenza crescente di piegarla a delle convenzioni arbitrarie. Qui diventa fondamentale una somma di grandi sforzi, di tenacia, di abilità o di sagacia. Questa componente può essere chiamata con il nome di ludus.
Considerazioni finali sulla classificazione dei giochi
Benché non sia semplice racchiudere e descrivere in modo sintetico una classificazione contemporanea dei giochi, gli elementi esposti dai testi di Roger Caillois, forniscono un sufficiente elemento di analisi che ancora oggi risulta essere valido in alcuni casi molto interessante, se non avvincente, motivo per cui vi invitiamo ad approfondire il discorso attraverso la lettura del suo saggio intitolato I giochi e gli uomini – La maschera e la vertigine.