Momenti di forte tensione ad Avellino dove si svolge l’udienza preliminare nei confronti di 15 persone ritenute a vario titolo responsabili della morte di 40 persone che il 28 luglio del 2013, a bordo di un bus, persero la vita precipitando dal viadotto “Acqualonga” dell’A16 Napoli-Canosa, nel territorio di Monteforte Irpino (Avellino). L’udienza di oggi, che si svolge nell’aula ricavata
all’interno del complesso museale del carcere Borbonico di Avellino, presieduta dal Gup Gianfrancesco Fiore, è stata interrotta dai familiari delle vittime al grido di “assassini” rivolto agli indagati, per i quali i difensori hanno chiesto il proscioglimento pieno dalle accuse. In particolare, il Comitato dei familiari delle vittime ha contestato i vertici della Società Autostrade, che erano in aula, per i quali la Procura di Avellino ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio colposo plurimo e disastro colposo. La contestazione è poi proseguita anche all’esterno dell’aula. Un portavoce del Comitato ha successivamente spiegato che i familiari delle vittime, pur avendo pieno fiducia nella magistratura avellinese, sono preoccupati per i tempi lunghi che potrebbe avere l’udienza preliminare, nella quale sono state ammesse 113 parti civili. La prossima udienza, che continuerà con le arringhe difensive degli indagati, è stata fissata per il prossimo 14 marzo.
CRONACA
22 febbraio 2016
Strage ad Avellino: bus nella scarpata, ammesse 113 parti civili