Bambino frutto di un amore clandestino tra un imprenditore di Sorrento, già sposato con prole, e un’avvenente single stabiese? Oppure creatura che nulla ha che vedere con la famiglia della penisola e la cui presunta paternità viene usata come arma di ricatto dalla madre? Domanda tanto delicata quanto spinosa che ieri avrebbe potuto avere una risposta. Test del dna fissato presso il laboratorio di genetica medica della Seconda Università di Napoli. Ma per la seconda volta all’appuntamento il presunto papà non si è presentato, senza neanche comunicare «eventuali impedimenti» così come recita il verbale firmato dal biologo che avrebbe dovuto eseguire il test di accertamento della paternità.
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