Negli uffici del sindaco anticamorra c’era una cimice nascosta nella lampada d’emergenza.
In quella stessa stanza, dove è negato l’accesso a chi ha addosso un cellulare – i telefonini vengono posati in bacheca prima di entrare nella stanza del sindaco – e dove campeggia una maglia con la scritta “La camorra non vale niente”, c’era un registratore non autorizzato. Il primo cittadino di San Giuseppe Vesuviano era spiato. Venivano ascoltate le conversazioni con assessori, consiglieri, dipendenti comunali e semplici cittadini. Era tenuto sotto controllo da un piccolo, e quasi invisibile, oggetto elettronico.
E’ stato quel puntino nero vicino al neon a far insospettire Vincenzo Catapano, primo cittadino del comune roccaforte del clan Fabbrocino, è da quello che è partito tutto. La denunciata è partita dopo aver constatato che quel puntino non era un insetto incastrato nei circuiti del dispositivo di illuminazione di emergenza, ma un registratore che aveva captato – chissà da quanto tempo – tutte le conversazioni del sindaco; i movimenti del primo cittadino e chissà quanto altro ancora, tutto è ora al vaglio degli inquirenti.