Perché Giosuè Sorrentino si trovava in piena notte nella sala macchine in un orario nel quale solitamente nessuno scende in quel locale? Qualcuno aveva ricevuto confidenze dal marittimo su eventuali motivi di tristezza? Nel diario privato del trentacinquenne emergono particolari circostanze che possono risultare utili alle indagini?
Sono le tre domande fondamentali sull’inchiesta in corso sulla tragica morte del marittimo di Sant’Agnello. E dalla loro risposta potrebbe essere fatta decisamente chiarezza su ciò che è avvenuto a bordo della petroliera “Bianca Amoretti” nella notte tra sabato e domenica scorsi. Ecco perché, nella giornata di venerdì, coordinati dalla Procura della Repubblica di Venezia, gli agenti della squadra mobile lagunare sono ripiombati a bordo dell’ammiraglia della compagnia di navigazione Amoretti di Parma per imprimere l’ennesima accelerata. Gli inquirenti, infatti, hanno passato al setaccio nuovamente ogni angolo della sala macchine oltre ad eseguire ulteriori rilievi sia nella cabina di Sorrentino sia ascoltando ancora una volta i componenti dell’equipaggio.
CRONACA
1 maggio 2016
Sorrento. Marittimo sgozzato, giallo sugli orari