Guerra sul rinnovo del contratto per i lavoratori dell’impianto di depurazione in gestione Gori al confine tra Sant’Antonio Abate, Santa Maria la Carità, Scafati, Angri e Pompei. Momenti di tensione questa mattina presso la struttura di via Ferraris. Secondo i lavoratori, la Gori vorrebbe assumere le maestranze con il contratto entrato in vigore con il “Jobs Act”, , invece i sindacalisti di Cgil, Cisl e Fiadel non sono d’accordo. Il problema è che la scadenza contrattuale è al 31 maggio tra Gori e Termomeccanica srl, e da quella data in poi, non ci saranno nuove tutele. E a rischiare in questo contesto sono i 19 lavoratori in forza alla Termomeccanica. Gli operai, infatti, chiedono di attuare il passaggio di cantiere, che non azzerebbe gli scatti d’anzianità come previsto da un nuovo contratto. Da qui, dopo l’ultima proroga di febbraio, è scattato il nuovo braccio di ferra. Gli operai hanno garantito soltanto i servizi minimi essenziali, facendo entrare nell’impianto solo i dipendenti della centrale operativa H24 della Gori. Tutti gli altri, invece, sono rimasti fuori. Le forze dell’ordine sul cantiere hanno illustrato la situazione alla Prefettura di Salerno, che nei prossimi giorni convocherà una nuova riunione. Negli attimi concitati della protesta si è sentito male uno degli operai indetti a manifestare per il proprio posto di lavoro.