Ha chiesto un risarcimento di 360.000 euro per un lavoro che lo ha «distrutto» e lo ha reso depresso. E’ la storia di un manager francese della Interparfums, una ditta di profumi, che ha portato la società davanti al tribunale del lavoro. Quarantaquattro anni, Frédéric Desnard si è dichiarato «bored out», ovvero terribilmente annoiato. Una condizione che – racconta l’ex dipendente della società – lo ha portato alla depressione.
Desnard, come riporta il Corriere, spiega che, dopo aver lavorato per otto anni come responsabile dei servizi generali, tra il 2010 e il 2014 ha ricevuto poco o niente lavoro da svolgere dalla Interparfums, è stato relegato a svolgere compiti umili, di poco valore e che non avevano nulla a che fare con le mansioni per cui era stato assunto. «Ostracizzato» dice Desnard riassumendo tutto in un’unica parola: «Un incubo, una vera e propria discesa all’inferno». Una situazione quotidiana che lo ha «distrutto» e che lo ha lasciato con una grave depressione. «Mi vergognavo di essere pagato per non fare nulla» spiega l’uomo che vive a Parigi e sostiene che stress e mancanza di stimoli lavorativi gli avrebbero causato una crisi epilettica mentre stava guidando. Da qui la richiesta economica: 150.000 euro di danni , 200.000 euro per la nullità del licenziamentoe altri contributi a compensazione per un totale di 360.000 euro.
Nel settembre 2014, dopo sette mesi di assenza dal posto di lavoro, Desnard è stato licenziato dalla società per assenza prolungata e per aver compromesso il buon funzionamento della stessa. «Da dipendente non ha mai detto di essere annoiato» spiega il legale della Interparfums. «Frédéric Desnard è una vittima, è stato deliberatamente messo da parte dal suo ex datore di lavoro con un unico obiettivo – spiega l’avvocato del 44enne, Montasser Charni – Poterlo licenziare senza dover pagare alcun risarcimento». Pochi mesi fa, nel dicembre 2015, le due parti si erano già fronteggiate davanti alla corte e Desnard era stato sanzionato con mille euro per diffamazione ai danni della società: aveva usato parole «ispirate da risentimento e animosità personale» in una mail inviata ad un giornalista. La questione ora è finita (di nuovo) davanti al Consiglio del Tribunale del lavoro di Parigi.