A Torre Annunziata, da dove era partito quando era ancora giovane, c’è ancora chi lo ricorda abbastanza bene. Allora, prima di Peppe ’o Curto», lo chiamavano in un’altra maniera: “Peppe ’o cacaglio”, in quanto balbuziente. Giuseppe Esposito, prima di diventare in Brianza «Padre Pio», perché era una sorta di benefattore in grado di risolvere qualsiasi problema e aiutare i carcerati dei clan, era soltanto un contrabbandiere. Era il contrabbando, negli anni Ottanta, l’affare della camorra vesuviana. Quando si passò al traffico di droga, però, Esposito se ne andò al Nord. Con la benedizione del clan Gionta, che spadroneggiava a Torre Annunziata.
Da manovale della camorra a re dei business malavitosi in Brianza. Associazione, usura, estorsioni, rapina, riciclaggio, ricettazione, spaccio e armi. Reati per i quali è arrivata la condanna definitiva a 12 anni di reclusione.