E’ di tentato omicidio l’ipotesi di accusa nei confronti di ignoti che la Direzione distrettuale antimafia di Bari ritiene stessero organizzando un attentato dinamitardo ai danni del procuratore capo di Napoli, Giovanni Colangelo, originario e residente a Gioia del Colle. A svelare il piano al pm Roberto Rossi sarebbe stato un collaboratore di giustizia barese legato alla criminalità locale. A sua volta lui le avrebbe apprese dal boss di Gioia del Colle, Amilcare Monti Condesnitt, in carcere a Bari da venerdì perché all’esterno della sua tenuta è stato sequestrato oltre mezzo chilogrammo di tritolo dalla Squadra Mobile. L’indagine si è intrecciata con quella, sempre della Mobile, su due agguati, uno dei quali mortale, avvenuti al quartiere San Pio nel febbraio scorso. I presunti organizzatori dell’attentato a Colangelo avrebbero effettuato una serie di sopralluoghi sul percorso dal casello autostradale del capoluogo campano alla casa del magistrato a Gioia del Colle. A ordire il piano sarebbe stata la camorra napoletana. Dopo aver saputo del trasporto del tritolo a Gioia del Colle, gli investigatori hanno messo in correlazione i fatti e hanno deciso di intervenire d’urgenza con i cinque provvedimenti di fermo eseguiti venerdì. Non è certo, stando alle dichiarazioni del pentito, che sarebbe stato proprio il tritolo l’arma da utilizzare per attentare alla vita di Colangelo ma gli inquirenti baresi non credono che si tratti di una coincidenza.
CRONACA
11 maggio 2016
Agguato al procuratore di Napoli era ideato dalla camorra