Arrestato Raffaele Raia, esattore del clan Gionta. E’ il 20 marzo, una tranquilla domenica mattina. In una delle tante attività commerciali di Torre Annunziata c’è un imprenditore che prova, con i suoi cinque dipendenti e un bagaglio di sacrifici, a portare avanti il negozio ereditato dopo la morte del padre. Le lancette dell’orologio segnano le 11 e quell’imprenditore è il primo a rimboccarsi le maniche e a lavorare insieme ai suoi dipendenti. Ma la camorra non fa sconti. Poco importa se sulla sua fronte c’è il sudore e le notti insonni. Quando il piede di quel soldato varca la soglia del suo negozio, è arrivata l’ora.
Ed è accaduto ancora. Per l’ennesima volta quell’attività commerciale viene presa di mira dagli avvoltoi delle cosche. Il titolare, un uomo sulla cinquantina, aveva già provato in passato a rifiutare di pagare il pizzo. Per due volte e nel giro di pochi anni. Ma rieccoli, nuovamente con il fiato sul collo. Proprio come in quel maledetto giorno. Ma in quell’occasione, come in quelle passate, l’imprenditore ha detto ancora no.