Mentre proseguono le operazioni di ricerca dell’Airbus A320 di Egyptair tra Parigi e Il Cairo di scomparso ieri improvvisamente dai radar, le autorità egiziane hanno evocato la possibilità di un atto terroristico. Con estrema prudenza il ministro dell’Aviazione civile egiziano ha detto che la situazione “lascia pensare la probabilità di un attacco terroristico è maggiore di quella di un guasto tecnico” per spiegare la scomparsa dell’aereo con 66 persone a bordo. “Ma non voglio tirare conclusioni affrettate”, ha precisato Chérif Fathy. Poco prima anche il presidente francese François Hollande aveva dichiarato che “non era scartata alcuna ipotesi”. A bordo del volo vi erano 30 passeggeri egiziani e 15 francesi oltre ai membri dell’equipaggio. Ieri il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sissi ha chiesto “a tutte le forze armate dello Stato, compreso il ministero dell’aviazione civile, la marina e l’aviazione militare di intensificare le operazioni di ricerca per ritrovare i rottami dell’aereo”. Un’esplosione a bordo, un attacco dall’interno con un kamikaze o un attacco dall’esterno. Queste per il momento le ipotesi più accreditate al vaglio degli investigatori. La notizia di un primo ritrovamento di rottami nelle acque del Mediterraneo è stata smentita.
CRONACA
20 maggio 2016
Egyptair, assalto in cabina e poi l’esplosione: quasi certa la pista terrorismo