Il movente dell’omicidio di Yara Gambirasio è “chiaramente sessuale” e il delitto è stato commesso da Massimo Bossetti, che “era preso da pulsioni predatorie inarrestabili, girava come un falco sul suo autocarro e ha costretto o indotto la ragazzina che aveva già visto in giro per Brembate a salire sul mezzo”. Lo ha detto l’avvocato di parte civile Enrico Pelillo, difensore della famiglia di Yara, concludendo la sua arringa in corte d’Assise a Bergamo. Il legale ha proseguito nella sua ricostruzione della dinamica dei fatti, anche se “non possiamo avere i video di quello che è successo”: l’imputato ha poi “cercato di abusare di lei, una ragazzina di 13 anni, vero Bossetti?”, ha detto l’avvocato, a cui ha subito replicato lo stesso Bossetti con una battuta: “Non è vero assolutamente niente”. Poi, ha continuato Pelillo, “l’ha trascinata su quel campo (a Chignolo d’Isola ndr), l’ha stordita e una volta esanime l’ha colpita col coltello, abbandonata sul campo e lasciata morire”. Riguardo la natura del movente, ha precisato Pelillo, è l’unico aspetto “che la mia idea diverge da quella del pubblico ministero”. E ha aggiunto: “Quale significato possiamo dare a una ragazzina ritrovata con il reggiseno tranciato e le mutandine tagliate”?. Per l’avvocato, “la violenza sessuale non è stata contestata perché il pubblico ministero non ha ravvisato elementi di prova a carico” per configurare l’ipotesi di reato. Pelillo ha formulato quindi una richiesta risarcitoria a favore del padre di Yara, Fulvio Gambirasio, di 983mila euro e a favore di Keba di 427mila euro. Le lettere che Bossetti ha inviato ad una detenuta sono indicative dei suoi gusti sessuali, in linea con le ricerche trovate nel computer della famiglia: in entrambi si parla di dettagli intimi simili”. Lo ha detto l’avvocato Enrico Pelillo, legale della famiglia Gambirasio (rappresenta in aula il padre di Yara, Fulvio, e la sorella maggiore, Keba, mentre la mamma Maura Panarese e’ rappresentata dall’avvocato Andrea Pezzotta) stamattina al processo contro Massimo Bossetti, in tribunale a Bergamo. L’imputato di fronte alle parole dell’avvocato di parte civile ha piu’ volte riso in aula e ha scosso la testa come per esprimere disapprovazione.
CRONACA
20 maggio 2016
Le urla di Bossetti in aula: il movente è sessuale