I soldi destinati allo Stato servivano per finanziare gli affari del clan egemone negli ultimi anni nella comunità dell’Agro nocerino sarnese. Così il business dei Loreto/Ridosso andava avanti con le somme che, invece, di finire nelle casse dell’Erario erano utilizzate per prestiti a tassi usurai ai tanti imprenditori della zona che erano in difficoltà economiche. A spiegarlo, in uno degli interrogatori reso al pubblico ministero Giancarlo Russo dell’Antimafia di Salerno, è Alfonso Loreto junior, il nuovo collaboratore di giustizia che sta continuando a raccontare il volto di una Scafati sconosciuta.
«Anche proventi delle attività lecite, le passavamo all’illecito», ha detto il 30enne, figlio dell’ex primula rossa cutoliana, Pasquale. Le attività lecite erano quelle degli appalti di pulizia, che il clan acquisiva nelle varie industrie conserviere della città attraverso la “Delta Service”, società creata ad hoc dall’allore diciottenne Loreto junior per entrare nel tessuto economico di Scafati.
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