Da alcuni mesi si e’ trasferita in una citta’ emiliana portando con se’ la figlia, per iniziare una nuova vita. Ma sulla bambina rivendica un diritto anche l’ex compagna, che ha attivato la procedura di sottrazione internazionale di minore: ora, forse per la prima volta in Italia, sara’ il Tribunale per i Minorenni di Bologna ad occuparsi della vicenda che coinvolge due lesbiche, originarie di un Paese extraeuropeo. La madre biologica della bimba, avuta con inseminazione artificiale, ora vive in Emilia. La separazione con l’altra donna, con cui non era sposata ma costituiva una coppia di fatto, risale al 2010, quando ci fu un provvedimento del tribunale dello Stato estero che attribui’ ad entrambe la responsabilita’ genitoriale sulla bimba. Una di loro, lamentando di non poter piu’ vedere la piccola, ha chiesto il ritorno della minore: il ricorso, tramite l’autorita’ centrale del suo Paese, e’ arrivato al ministero della Giustizia e da li’ sul tavolo degli uffici giudiziari minorili dell’Emilia-Romagna.
Il tribunale per i Minorenni di Bologna, presieduto da Giuseppe Spadaro, dovra’ fissare un’udienza per sentire le parti coinvolte, per poi prendere una decisione su un caso apparentemente inedito. I giudici del tribunale, lo stesso che si e’ recentemente occupato del riconoscimento in Italia di un’adozione disposta negli Stati Uniti per due donne lesbiche – vicenda approdata alla Consulta e infine conclusa con il rigetto del ricorso – dovranno stabilire se sussistono le condizioni per emettere un eventuale ordine di ritorno oppure se la permanenza in Italia rappresenti una maggiore tutela degli interessi della bambina. Si valutera’ anche se il quadro normativo consenta o meno di deliberare su un caso del genere. Procedure di questo tipo sono solitamente affrontate in casi di coppie eterosessuali, spesso riguardano Nord Africa o Medio Oriente.