I genitori l’avevano vista, per la prima volta, il giorno dell’ultima udienza – una settimana fa – per il processo sulla morte del figlio. Una lapide con i versi di una poesia che i tifosi avevano voluto dedicare a Ciro Esposito, proprio laddove il 3 maggio del 2014 Daniele De Santis gli sparò. Una sparatoria che portò alla morte del giovane tifoso napoletano in trasferta per la finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli, dopo 52 giorni di agonia nella Rianimazione del Gemelli. Oggi quella lapide che qualcuno aveva installato tra le due carreggiate a Tor di Quinto, a pochi passi dall’Olimpico, è stata vandalizzata: la vernice rossa ha coperto le parole che richiamano il sacrificio di Ciro. Composto, come sempre, lo sfogo e il dolore del padre Giovanni: «Come non hanno spento la vita di mio figlio il giorno in cui gli hanno sparato, non cancelleranno mai la sua memoria con la pittura».
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