Punta a uno sconto di pena, nonostante sia reo confesso, Nunzio Annunziata l’uomo che il 14 settembre 2015 uccise a colpo di pistola l’ex fidanzata Enza Avino, trucidata a soli 37 anni mentre era in auto nella sua Terzigno. Si è aperto ieri mattina davanti al gup Giuseppe Sepe del Tribunale di Nola il processo a carico dell’uomo che non si voleva arrendere alla fine della relazione sentimentale con Enza. Il suo difensore, l’avvocato Giovanni Tortora, ha formalizzato la richiesta di abbreviato e il giudice l’ha accolta. Primo passaggio formale, il processo è stato rinviato agli inizi di novembre quando è prevista la requisitoria del pm e l’arringa difensiva. L’imputato ha scelto di essere giudicato con il rito che prevede la possibilità di sconti fino a un terzo sull’eventuale condanna. Una possibilità, è bene sottolinearlo, non una certezza matematica.
E’ partito, dunque, ieri mattina il processo per il femminicidio di Terzigno, dopo il clamoroso stop di febbraio causato da un errore nella notifica degli atti all’imputato: nel decreto di giudizio immediato era stato allegato un file sbagliato. Il processo passò così dalla Corte d’Assise di Napoli al Tribunale di Nola, dove si svolge con rito abbreviato. La Procura ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato che fa saltare il filtro dell’udienza preliminare, data l’evidenza della prova: l’ex fidanzato ha confessato l’omicidio. L’accusa principale a carico di Annunziata è omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione ed dalla crudeltà del fatto. Ce ne sono altre tre minori. Innanzitutto, il porto abusivo d’armi: la pistola calibro 22 con cui Annunziata uccise la donna non era regolarmente detenuta. Poi, la rapina. Uccisa Enza, Nunzio Annunziata le derubò telefono cellulare e il bancomat. Con il primo chiamò i parenti della donna pronunciando frasi minacciose: «Adesso tocca a voi». Ma prima spiò tra gli sms per verificare che la donna non l’avesse “tradito” con qualche altro. Con il bancomat di Enza di cui conosceva il pin, invece, Annunziata prelevò 1.000 euro. Nei suoi piani sarebbero serviti a coprire la fuga. Ma venne braccato dai carabinieri. Ai quali si oppose. Da qui l’ultima accusa: la resistenza a pubblico ufficiale. Nunzio Annunziata era stato arrestato due mesi prima per lo stalking messo in atto nei confronti di Enza. Persecuzioni per le quali ora è a processo sempre a Nola. Il Tribunale del Riesame lo scarcerò a luglio ritenendolo “non socialmente pericoloso” ma lui non si arrese e continuò a seguire la donna. Che trovò il coraggio di denunciarlo di nuovo. Enza Avino era appena uscita dalla caserma dei carabinieri, dove aveva presentato un altro esposto, quando Nunzio Annunziata la intercettò in strada e le sparò.
CRONACA
8 giugno 2016
Terzigno. Caso Enza Avino. Il killer vuole lo sconto