“Lo scorso 27 maggio non sono stato avvertito che c’era l’udienza, e non era mai successo. Di solito mi hanno sempre chiamato. Perché questo abbandono, Presidente?”. Lo ha denunciato il boss mafioso Totò Riina, rendendo dichiarazioni spontanee al processo sulla trattativa tra Stato e mafia, in corso davanti alla Corte d’assise di Palermo.
All’inizio dell’udienza, prima del controesame di Massimo Ciancimino, il capomafia di Corleone, collegato in videoconferenza dal carcere di Parma, attraverso il suo legale ha chiesto di poter rendere dichiarazioni spontanee. E ha denunciato di non avere saputo, lo scorso 27 maggio, dell’udienza del processo. Il Presidente della Corte d’assise di Palermo, Alfredo Montalto, lo ha subito fermato ricordandogli che per quell’udienza “aveva firmato la rinuncia” ad assistere in videocollegamento al processo.
Ma Riina risponde alterato: “Presidente, io non ho rinunciato proprio a niente”. E Montalto replica: “Noi abbiamo una dichiarazione firmata da lei, a meno che lei non disconosca la sua firma”. Il boss controreplica: “Mi fanno firmare tante cose, ma non ricordo di avere firmato la rinuncia all’udienza. Poi mettono in giro la notizia che io abbia rinunciato ma non è così”. E Montalto: “Parli con il suo difensore, qui abbiamo la rinuncia da lei firmata”.
A questo punto è il legale di Riina a prendere la parola, in collegamento: “Di solito spieghiamo al signor Riiina cosa sta firmando, evidentemente l’altra volta ha capito che era la firma di una nomina”. E Montalto secco: “Ognuno deve sapere cosa firma. La Corte non deve adottare alcun provvedimento”.