E’ di almeno 50 morti e 53 feriti il bilancio dell’attacco avvenuto a Orlando in un locale gay, il Pulse. Lo ha annunciato il sindaco della citta’, Buddy Dyer. Inizialmente la polizia aveva parlato di una ventina di persone uccise e di decine di feriti. A compiere il massacro una guardia giurata: Omar Mateen, che si era asserragliato all’interno del locale ed era stato poi ucciso dalla polizia in un conflitto a fuoco. L’uomo, che aveva comprato legalmente le armi usate nella strage, era incensurato e sembra che prima di compiere il massacro avesse chiamato il numero 911 annunciando di aver giurato fedelta’ al leader dell’Isis, Abu Bakr al-Baghdadi. Non e’ chiaro, pero’, se avesse reali legami con il terrorismo. A questo proposito, l’Fbi ha avviato un’inchiesta, su input del presidente Barack Obama, per capire se Mateen. Non si esclude, comunque, nessuna pista e sia a Orlando sia in Florida e’ stato dichiarato lo stato di emergenza. Sembra che l’attentatore fosse di origine afghana e che avesse domestichezza con le armi. Immediata la rivendicazione dell’attentato da parte dell’Isis. Lo Stato Islamico, su alcuni social media vicini alla formazione terroristica, ha fatto sapere che Mateen era un combattente del Daesh e l’azione e’ stata celebrata come “il miglior regalo per il ramadan”. Alcuni simpatizzanti jihadisti hanno aggiunto che “Possa Allah accogliere l’eroe che lo ha fatto e ispirare altri a fare altrettanto” e altri hanno pubblicato una sua foto definendolo un “eroe che ha ucciso 25 crociati pervertiti in un nightclub”.
Tra le vittime c’è Eddie Justice, il giovane che ha inviato messaggi alla madre dal locale gay Pulse di Orlando mentre era tenuto in ostaggio. Eddie era nascosto nel bagno delle donne da dove inviava sms alla madre Mina chiedendo disperatamente aiuto. La sequenza dei messaggi fotografati sullo smartphone della donna hanno fatto il giro del web. Eric Ivan Ortiz-Rivera è un altro dei primi a essere identificato. Era sposato da un anno: con il marito viveva a Orlando. “Era appassionato di interior design, era molto artistico. In famiglia si rivolgevano tutti a lui per consigli di design” afferma il cugino, Orlando Gonzalez. “Gli piaceva ballare, la sua musica preferita era la house”. Secondo quanto riportato dal tabloid britannico Daily Mail, Eddie Justice, 30 anni, sabato sera si trovava al Pulse di Orlando. Poco dopo le due del mattino, sentiti gli spari all’interno del locale, prova a rifugiarsi nel bagno delle donne.
Da lì dentro inizia a mandare messaggi alla madre, Mina: «Mamma, ti voglio bene». «Nel locale stanno sparando». «Intrappolato nel bagno». La donna risponde frenetica: «Stai bene?». «Che locale?». Lui risponde telegrafico. E disperato: «Pulse». «In centro». «Chiama la polizia». «Sto per morire». La donna, dopo aver chiamato la polizia, si precipita fuori dal Pulse. E lì continua lo scambio di messaggi con il figlio Eddie: «Quale bagno?». Eddie scrive ancora: «Ci ha preso». «È nel bagno con noi». «Nel bagno delle donne». È l’ultimo testo inviato alla madre.