La Dia di Napoli ha eseguito un provvedimento di sequestro di beni emesso dal Tribunale di Napoli, sezione misure di prevenzione, nei confronti dei fratelli Giuseppe e Vincenzo Candurro, appartenenti al sodalizio criminale del clan Misso, gruppo camorristico radicato ed egemone nel rione Sanità a Napoli. Il provvedimento di sequestro, finalizzato alla confisca, riguarda 21 unità immobiliari, 8 società, 1 rivendita di tabacchi e valori bollati in provincia di Salerno, 20 tra autoveicoli e motociclette, 47 depositi bancari e 11 polizze assicurative, per un valore di oltre 10 milioni di euro. “Le indagini – riferisce una nota della Dia – hanno preso spunto dall’analisi di operazioni finanziarie sospette che hanno indotto gli investigatori ad approfondire la posizione patrimoniale di due soggetti che sono risultati storicamente legati al clan camorristico operante nel rione Sanità”.Dalle investigazioni, avvalorate anche da una rogatoria internazionale presso istituti bancari svizzeri, “i fratelli Candurro sono risultati a pieno titolo esponenti di vertice del sodalizio criminoso capeggiato da Giuseppe Missi, figura storica del clan Misso, che non solo risulta aver occupato militarmente e controllato la vita e l’organizzazione sociale del rione Sanità, ma è stato anche uno dei più importanti gruppi camorristici di Napoli, in quanto a partire dagli anni ’80 e fino al 2000 ha determinato in città le strategie e gli assetti criminali”. In particolare, Vincenzo Candurro detto Enzo ‘o barbiere, titolare in origine di una barberia in via Anticaglia nel centro storico di Napoli e poi diventato il cassiere e uomo di fiducia del boss, è stato condannato per il reato di associazione per delinquere di tipo camorristico. Il fratello Giuseppe, invece, è indiziato per avere impiegato in attività economiche denaro di provenienza delittuosa, riconducibile alle attività criminali realizzate dal clan Misso.
CRONACA
14 giugno 2016
Napoli, maxi sequestro al clan Misso: anche un tabacchi in provincia di Salerno