Nessun ergastolo per l’omicidio di Gino Tommasino, il consigliere comunale del Pd a Castellammare di Stabia ucciso il 3 febbraio 2009 mentre era in auto con il figlio all’epoca minorenne. I giudici della IV sezione della Corte d’Assise d’Appello del Tribunale di Napoli hanno ridotto a 30 anni la condanna nei confronti di Renato Cavaliere, killer del clan D’Alessandro, esecutore materiale del delitto e ora pentito, e Catello Romano, gli unici due sicari che avevano incassato il “fine pena mai” al termine dei processi di primo e secondo grado. Ma la Corte di Cassazione a giugno 2015 annullò con rinvio la sentenza, cancellando l’aggravante di camorra, affinché un’altra sezione del Tribunale d’Appello rideterminasse la pena. Oggi pomeriggio, il verdetto: 30 anni a testa per Renato Cavaliere, che nel frattempo ha deciso di collaborare con la giustizia, e Catello Romano al quale sono state riconosciute le attenuanti generiche in quanto giovane e incensurato all’epoca del delitto. Riconosciuta l’aggravante di camorra. Il Pg aveva chiesto la conferma dell’ergastolo per Romano e 30 anni per Cavaliere. Gli altri due componenti del commando di fuoco, Salvatore Belviso e Raffaele Polito, entrambi pentiti hanno sentenze già definitive rispettivamente a 18 e 10 anni di reclusione.
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