Erano ritenuti dipendenti infedeli e per questo motivo erano stati licenziati dal Consorzio Farmaceutico. Due avevano perso il posto di lavoro tra il 2014 e il 2015, un altro invece a marzo di quest’anno. E tutti e tre sono stati raggiunti da provvedimento di sequestro di beni dopo la contestazione di peculato formulata dalla Procura (pubblico ministero Maria Chiara Minerva). Per l’impiegato “esonerato” dal lavoro tre mesi fa, ieri mattina c’è stata la notifica dell’atto che “lo spoglia” degli averi per quasi settantamila euro di beni immobili, oltre a conti correnti bancari. Ad eseguirla sono stati i militari della Guardia di Finanza, guidati dal colonnello Enea Zanetti. L’inchiesta era nata dopo la denuncia dei vertici dell’ente intercomunale dopo controlli e monitoraggi effettuati a partire dal 2014 e per verificare le attività dei dipendenti era stato scoperto che chi aveva il delicato compito di eseguire i bonifici bancari per conto dell’azienda, avrebbe sottratto dalle casse 200mila euro in un arco di tempo durato otto anni, accreditando a se stesso uno stipendio ben maggiore di quanto avrebbe dovuto percepire. Lo stesso dipendente salernitano (assistito dall’avvocato Marco Martello), che era stato immediatamente licenziato e denunciato all’autorità giudiziaria, servendosi di stratagemmi informatici, e manomettendo la documentazione cartacea, avrebbe quindi eluso per i controlli, portando a casa un cospicuo incremento dello stipendio.
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