Alfonso Annunziata dell’Anpi contesta le istituzioni: «Indifferenza per la memoria»
Nel 1993 il Comune di Scafati veniva sciolto per infiltrazione camorristica, a distanza di ventitrè anni la stessa pagina potrebbe esser riscritta. Passano gli anni e la storia ci insegna che, se non si tiene viva una memoria e il passato di chi ci ha preceduto, costruire una prospettiva futura è difficile. «Scafati è ormai ridotta a tutta una periferia indistinta, non c’è più centro, la piazza e il Corso sono ormai un deserto commerciale, culturale, sociale. Non c’è più una vera comunità: siamo ormai un agglomerato urbano di case, e non più relazioni umane e politiche, tra Salerno e Napoli», ha spiegato il presidente dell’Anpi locale, Alfonso Annunziata. A finire nel mirino, ovviamente, è l’amministrazione comunale del sindaco Pasquale Aliberti. «Nell’indifferenza egenerale il Comune oggi può essere sciolto per camorra dopo 20 anni nel disinteresse generale perché non si è fatta memoria e storia, non si è tratto insegnamento, da ciò che è già accaduto».
A Scafati la Resistenza del 28 Settembre 1943 è stata come una scintilla che ha dato vita a personaggi importanti come Dino Fienga, al quale è stato dedicato la sezione dell’Anpi cittadina, e Ludovico Sicignano, sindaco di Scafati e membro dell’assemblea costituente. E’ proprio per questo e da questo, che nasce la differenza tra mantenere la memoria viva e raccontare alle nuove generazioni chi siamo, chi ci ha preceduto. Memoria e passi di storia partigiana che l’amministrazione sembra aver dimenticato. «Bisogna partire dai momenti di svolta della città e da alcuni personaggi chiave di varia estrazione politica, di sinistra di centro e di destra, senza strumentalizzazioni, compreso il 28 settembre che è di tutti», ha continuato il presidente dell’Anpi scafatese. «Evitando americanizzazioni spettacolari incentrate solo sull’aspetto militare che fanno dimenticare il senso profondo e vero di una vicenda fatta di sofferenze e sacrifici».