SALERNO – Un groviglio di documenti che ha fatto emergere un quadro inquietante. «Le Fonderie Pisano sono esistenti ma abusive sotto il profilo ambientale». È l’estrema sintesi del decreto di sequestro preventivo emesso dai sostituti procuratori Silvio Marco Guarriello, Mariacarmela Polito e Carlo Rinaldi che venerdì hanno incaricato i carabinieri del Noe di Salerno, guidati dal capitano Giuseppe Ambrosone, di porre i sigilli all’opificio di via Dei Greci. Un’indagine capillare che è scattata dall’analisi dell’autorizzazione Aia, documento necessario per l’esercizio di alcune installazioni produttive – come quelle presenti all’interno dello stabilimento – che possono arrecare danni all’ambiente. Supposizioni che erano state avanzate già dagli attivisti del Comitato Salute e Vita che tramite l’avvocato Franco Torluccio avevano presentato un esposto ipotizzando l’illegittimità del decreto. Conferme che si troverebbero nei riscontri della Procura: «L’impianto è privo di valida autorizzazione Aia in quanto quella esistente è illegittima, illecita e inefficace. Inoltre lo stabilimento non rispetta i limiti e le prescrizioni imposte dalla pur illegittima autorizzazione», la premessa degli inquirenti.
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