Cento milioni di euro dalla Comunità europea e i binari per il raddoppio della Circumflegrea fra Montesanto e Quarto sono ancora là. Si vedono dal finestrino del treno: accatastati insieme ad altro materiale alle stazioni Piave e Traiano. Il doppio binario non è mai stato ultimato eppure quei fondi sono arrivati. E così alla Circumflegrea così come alla Cumana prima di proprietà della Sepsa, oggi Eav si viaggia in quasi tratti su binario unico. Come si viaggiava in Puglia. La diminuzione dei treni, così vecchi che lo stesso presidente Eav, Umberto De Gregorio ha definito quelli della Cumana «simili a 500 degli anni sessanta», ha in sé un aspetto positivo. Non ne arrivano di nuovi da trent’anni, ma circolandone di meno in quei tratti dove si attende invece la coincidenza uno scontro diventa molto difficile. Anche se le comunicazioni avvengono proprio come in Puglia, cioè telefonicamente. Al semaforo rosso si attende, ma in caso di ritardo si telefona al dirigente per avere l’autorizzazione a passare. I macchinisti ormai conoscono a memoria i minuti di percorrenza, ma l’errore umano è sempre in agguato e di certo il sistema non è al passo coi tempi. Negli anni non sono mancati gli incidenti e l’allarme sicurezza anche per i passeggeri di Cumana e Circumflegrea è stato più volte lanciato dagli stessi addetti ai lavori. L’anno scorso ad agosto un treno della Cumana partito da Torregaveta e diretto a Montesanto con a bordo 50 passeggeri prese fuoco nel tunnel di Fuorigrotta. A dicembre ci fu lo scontro tra due elettrotreni all’altezza di Dazio. A febbraio di quest’anno il deragliamento a pochi metri dalla stazione di Torregaveta. Tre incidenti in sei mesi. Tanti i can- tieri sparsi nei pressi delle stazioni, sempre lavori infrastrutturali che facevano parte di quel progetto della Comunità europea per migliorare la viabilità e mai iniziati o ultimati. Alcuni esempi: i lavori a via Tullio, quelli a Piave per la messa in collegamento con via Cilea e la stazione di Baia mai terminata.
CRONACA
15 luglio 2016
Circumflegrea. Doppio binario, quei milioni della Comunità europea in fumo