«Se i giovani vedono per strada una città tappezzata da cartelloni pubblicitari con le foto di Belen Rodriguez, è chiaro che il modello di donna per loro sia quello. Un oggetto. Null’altro che questo per le nuove generazioni». Il parere, da esperto, è chiaro e netto, senza se e senza ma. E’ quello di Mario Guarino, dirigente medico d’urgenza, responsabile del percorso rosa del pronto soccorso del San Paolo. Un’ancora di salvezza per donne e minori, che si rivolgono all’equipe di psicologi guidati da Elvira Reale.
Dopo quello di Pimonte, addirittura una bimba di 11 anni violentata da un gruppo di coetanei? Cosa sta accadendo in questa società?«Per il ruolo che svolgiamo all’interno del percorso rosa, dove ci sono figure specialistiche, si può senz’altro dire che occorre partire dalla prevenzione. In primis dalle scuole, dove questi minori che diventano autori delle violenze vanno ogni giorno».
Questi baby aguzzini come arrivano a compiere simili reati?«Non c’è un disturbo, non c’è un costrutto psichico. Ecco perché bisogna partire dalle scuole, che raccolgono i primi campanelli d’allarme della violenza. I problemi poi sono due: i genitori che non vogliono accettare i comportamenti dei figli e la carenza di strutture. Non esiste ad esempio uno sportello Asl per gli adolescenti».
Cosa c’è alla base, per cui scaturisce la violenza verso un soggetto femminile?«I modelli che loro vedono. A partire dalla strada, dalla pubblicità, per cui si sentono liberi di “utilizzare” il corpo femminile come un oggetto. O peggio, come un gioco. Uno dei tanti con cui divertirsi e trascorrere il tempo».
In tal senso un ruolo sempre più predominante lo hanno i social network come Facebook. Che effetto hanno sulle nuove generazioni?«Secondo me devastante. Veda il caso della bimba di 11 anni arrivata da noi al San Paolo. L’indagine delle forze dell’ordine è partita da lì. Ecco perché ci dovrebbe essere un maggiore controllo da parte dei genitori. Piuttosto che lasciare i figli intere giornate davanti a Facebook dovrebbero sostituirsi a questi modelli negativi».
Allo sportello rosa arrivano tanti casi di minori violati. Cosa dicono i dati?«Dal 2009 ad oggi siamo a un centinaio di vittime di violenza con età inferiore ai 14 anni. Se sette anni fa i casi registrati erano 4, nei primi mesi del 2016 – da gennaio alla metà di luglio – sono circa una decina. Dati se non allarmanti, di certo preoccupanti».