«Ma è mai possibile che nessuno intervenga? Li conoscono tutti, sono sempre gli stessi. Sono generazioni che campano così, borseggiando i pendolari». Le parole fanno parte di uno dei tanti sfoghi di chi ogni giorno viaggia sui mezzi di trasporto pubblico napoletani. Il fenomeno, la «piaga» come l’ha definita qualcuno, è quello dei borseggiatori. E c’è chi, tra gli utenti abbonati all’Anm, ha anche redatto una sorta di mappa del rischio. «R2, R4 e 151 sono le linee ad elevato rischio – spiega un pendolare – i borseggiatori salgono ai capolinea oppure in prossimità della stazione marittima dove la presenza di turisti e viaggiatori e maggiore. Percorrono gli itinerari che portano ai luoghi di interesse come musei e parchi. Sono sempre gli stessi. C’è quello col viso butterato e quello che si finge avvocato con giacca, cravatta e cartellina sotto il braccio. Ora c’è anche una variante – aggiunge il pendolare – alcuni si vestono come turisti. Indossano pantaloncini corti, zainetti e cappellini da baseball». Ma i borseggiatori non sono solo napoletani. «Io ho visto addirittura addestrare futuri delinquenti. Quelli “storici”, se così vogliamo definirli, insegnano ai nuovi arrivati, solitamente rumeni e tunisini, come fare per sfilare i portafogli dalle borse e dalle tasche dei passeggeri del bus». La rabbia degli utenti è tanta. Così come gli interrogativi a cui nessuno riesce a dare risposta. «Ma se li conosciamo noi tutti, se sugli autobus ci sono le telecamere, perché non li arrestano?».
CRONACA
12 agosto 2016
Borseggiatori a Napoli, ecco le linee bus da evitare