La lunga estate del calcio parlato. Siamo stati coinvolti, per tutta la stagione, dal gossip dei “anta” miliardi che ruotano attorno al pianeta del pallone nazionale. Una industria che le grandi difficoltà economiche del Paese sta rendendo povera e dove, per catturare ancora l’interesse degli appassionati, si danno in pasto cifre iperboliche che, alla resa dei conti, circolano soltanto come variazione delle poste di bilancio.
Abbiamo trascorso l’estate facendoci coinvolgere dall’argomento principe. L’unico inserito, tra l’Europeo francese e le Olimpiadi brasiliane, capace di tenere viva l’attenzione di quelli, come noi, ammalati di pallone. La valutazione, ultra milionaria, che i Red Devils inglesi hanno attribuito a Pogba. Attorno a questo trasferimento abbiamo “montato” la soap opera della campagna trasferimenti estiva italiana.
Ci siamo fatti catturare dall’imponenza di quelle cifre. Accettando quanto era giusto volessero far credere i club interessati. Pogba era incedibile a detta di tutti. I pilastri del centrocampo juventino non si muovono, sono parte integrante dei progetti futuri. Questo era il verbo in casa bianconera. In realtà il passaggio del giovane asso francese al Manchester United era stato concordato da tempo. Mancavano certamente i dettagli. Lo confermano i movimenti messi a segno da Beppe Marotta e Fabio Paratici, cammin facendo, in quel settore del campo. Tasselli solo apparentemente minori, in attesa di una ufficialità che doveva arrivare, necessariamente, al rientro dell’eclettico Paul dalle ferie.
Scampoli di una storia saggiamente già scritta. Pogba in inverno aveva già sostenuto le visite mediche, era necessario però fargliele ripetere al suo rientro in Europa. Nel rispetto di un indispensabile cerimoniale, necessario agli occhi dei tifosi bianconeri. Come, a cavallo delle ultime festività natalizie, era iniziato il corteggiamento al “Pipita”. Gli accordi di massima era già stati raggiunti, bisognava mettere a punto i dettagli. Nel frattempo il futuro “core ‘grato” dei tifosi partenopei cercava già casa a Torino.
I mal di pancia del bomber argentino iniziarono appunto in quel periodo. In concomitanza di un suo leggero appesantimento fisico e di alcune battute, non proprio ortodosse sul suo conto, rilasciate da Aurelio De Laurentiis. Higuain divenne improvvisamente silenzioso, parlava soltanto a suon di gol ed andava sotto la curva e, in segno di un amore infinito che in realtà non esisteva più, batteva il pugno sul cuore e baciava la maglia.
ADL, che sciocco non è, era giunto a comprendere. Rideva in cuor suo forte di quella sontuosa clausola rescissoria. Vinceva molto più di un inaspettato terno al lotto. Doveva però tutelarsi. Bravo quanto il grande Eduardo, ma meno convincente, mise in campo la sua recita tutta napoletana. Fingendosi meravigliato ed indispettito.
A Napoli però tengono il fiuto fine, come si usa dire, e le uscite del cinematografaro Aurelio non sono affatto piaciute. La maglia numero nove, che era del “Pipita”, non è stata ancora assegnata ed i mugugni sono all’ordine del giorno.
Ai tifosi partenopei è piaciuta la mossa della bella, scaltra e popolare Wanda Nara. La sua idea di trasferirsi all’ombra del Vesuvio con Maurito Icardi ha scaldato i loro cuori. La soubrette argentina sta mostrando, nella vicenda, più capacità ed arguzia manageriale di quanta se ne potesse immaginare. Anche lei deve però recitare la sua parte, nel rispetto degli accordi che le intellighenzie di Napoli e Inter hanno raggiunto. Il “matrimonio” è già stato concordato resta solo da comunicarne l’ufficialità. Anche la dirigenza nerazzurra, di fresca nomina, ha le sue necessità di correre ai ripari.
In bella sostanza da questa maxi operazione nessuno deve uscire sconfitto. Ricapitolando. Viva L’Inghilterra, come cantava un giovane Claudio Baglioni. Juve, Napoli e Inter felicemente accumunate in un giro di giocatori milionario e di sontuose plusvalenze. Senza i “Red Devils” e le loro sterline avremmo passato una estate noiosa e sonnolenta. Pogba non avrebbe avuto mercato. Wanda non avrebbe avuto il suo quarto d’ora di celebrità. ADL si sarebbe morso la lingua, costretto ad aprire i cordoni della sua borsa, obbligato ad accontentare Higuan nelle sue folli richieste economiche. Palese sintomo di un calcio in affanno economico non più in grado di sostenere il confronto con i club d’oltre frontiera.
Ne volete la prova? Soltanto qualche anno addietro la notizia che Higuain aveva fatto gol nell’amichevole della Juve contro la propria primavera sarebbe passata inosservata.
Oggi la rete del “Pipita” apre le pagine, con titoli a nove colonne, di tutti i quotidiani di settore. Intanto sabato prossimo Juve e Fiorentina iniziano le danze.