C’è un esercito di insospettabili che partecipa con ruoli ben precisi al traffico di sostanze stupefacenti tra i Monti Lattari, Castellammare e la penisola sorrentina. Agricoltori, pastori, donne e finanche minorenni che pur non facendo parte attivamente di un clan partecipano a quella sorta di catena di montaggio che parte dalle coltivazioni di grosse piantagioni di marijuana per arrivare fino allo spaccio al dettaglio nelle piazze. Persone alle quali le organizzazioni criminali offrono un lavoro, chiaramente sporco e illegale, e le retribuiscono. L’unico collegamento è la marijuana eppure è come se facessero tutti parte di una grande cooperativa, dove a dettare la strategia aziendale è la camorra, nelle sue diverse vesti. Ci sono i clan produttori che ormai hanno demandato il compito di coltivare le piante di marijuana sui Monti Lattari agli agricoltori del posto e soprattutto hanno affidato ai pastori il compito di seguirle, curarle e anche segnalare i possibili controlli o sopralluoghi da parte delle forze dell’ordine. Una necessità, quella di chiedere il supporto di persone insospettabili e nella maggior parte dei casi incensurate, che nasce da un’azione investigativa sempre più stringente da parte delle autorità. Ai clan conviene coinvolgere quelli che ufficialmente sono agricoltori e pastori piuttosto che un affiliato che magari ha già avuto problemi con la giustizia poiché desterebbe più sospetti. Gli archivi, però, sono ormai pieni anche di foto di persone incrociate più volte dagli inquirenti durante i sopralluoghi. Dalla coltivazione, poi, si passa alla lavorazione della marijuana e soprattutto al confezionamento. Qui, soprattutto a Castellammare di Stabia, sono dedicate quasi intere famiglie. Marito, moglie e talvolta pure figli che prendono i pacchi di marijuana essiccata e cominciano a confezionare le dosi che poi dovranno essere rivendute direttamente o nelle piazze di spaccio. Per la custodia della droga, invece, vengono preferite le donne che magari non hanno precedenti penali e quindi rischiano meno di ritrovarsi le forze dell’ordine a casa per una perquisizione. Infine, ci sono i pony express della marijuana. Le organizzazioni criminali hanno messo alle proprie dipendenze donne e ragazzi giovanissimi che sanno viaggiare velocissimi a bordo degli scooter o anche di biciclette elettriche dotate di un vano dove magari nascondere le dosi. I pony express si spostano da un rione all’altro e soprattutto nei mesi estivi vengono inviati verso i pusher che operano in penisola sorrentina, dove la richiesta di marijuana al mare o per i festini della movida non manca mai. Anche in questo caso, ovviamente, la scelta di chi deve fare le consegne non viene fatta a caso. Scongiurare i controlli e portare il pacco a destinazione, evitando i sequestri, è la prima preoccupazione. Un sistema articolato, dunque, nel quale le organizzazioni criminali cercano di spostarsi sempre meno le mani affidandosi a persone insospettabili, che ora sono finiti nel mirino degli inquirenti che stanno ricostruendo i loro ruoli con l’obiettivo di dare scacco all’intera rete dello spaccio.
CRONACA
22 agosto 2016
Castellammare. Un esercito d’insospettabili nel traffico di marijuana