«Il vescovo di Ascoli Piceno monsignor D’Ercole durante i funerali delle vittime del terremoto di Arquata, nell’omelia ha chiesto: “Dio dove sei?” Io invece avrei gridato: “Uomo dove sei e dove vai?”». Sono le parole di don Aniello Manganiello, ex parroco di Scampìa, che interviene sulla tragedia del terremoto nel centro Italia e lancia precise accuse: «L’emergenza, la mala politica, la pessima gestione del territorio, la corruzione, la miopia dei governanti che non consente di guardare con attenzione e programmazione i problemi in cui versa il Paese non sono provocati da Dio, ma dall’uomo», tuona il sacerdote, da sempre in prima linea nella lotta alle mafie. «Inquinamento, pochissime infrastrutture, carente contrasto alle mafie e alla povertà» sono le cause del sisma che ha mietuto 290 vittime secondo don Aniello, che incalza e richiama l’uomo alle sue responsabilità: «Uomo dove sei? Che fine ha fatto l’intelligenza di cui ti ha fornito Dio per custodire il Creato, per individuare i criteri per mettere in sicurezza il territorio e le abitazioni? Se si fossero messe in sicurezza le abitazioni nei paesi distrutti avremmo speso la metà di quanto si spenderà per ricostruire. E poi chi ha barato nel costruire le strutture pubbliche che sono poi crollate, deve ridare tutto il mal tolto alla società. Noi uomini abbiamo grandi responsabilità. Non tiriamo in ballo Dio perché sia il nostro capro espiatorio».
CRONACA
28 agosto 2016
TERREMOTO IN ITALIA, l’accusa di don Manganiello: “Responsabilità umana, non di Dio”