Aveva intrapreso un’altra ‘carriera’ criminale, una sorta di ‘pusher porta a porta’ e per questo Antonio Cacace molto probabilmente e’ stato ucciso la scorsa notte ad Afragola: punito da chi gestiva la piazza di spaccio. Secondo quanto al momento ricostruito dalla Polizia di Stato, l’uomo, freddato alle spalle mentre era sul suo scooter, aveva addosso circa 40 dosi di cocaina. La droga, nascosta negli slip, la consegnava a domicilio, su richiesta. Un settore, questo dello spaccio, non suo visto che Cacace aveva precedenti soprattutto per furti ed estorsioni. Nel 2013 fece parte di un commando che voleva assaltare un portavalori a Casoria, ‘colpo’ poi sventato dalla Polizia di Stato. A suo carico, poi, aveva accuse e condanne per furti, estorsioni. Era stato scarcerato a febbraio scorso dai domiciliari. La sua ‘carriera’ di criminale era specializzata soprattutto nei cosiddetti ‘cavalli di ritorno’, soldi in cambio della refurtiva, ma ultimamente sembra che stesse cambiando il giro dei suoi affari.
CRONACA
3 settembre 2016
Napoli. Agguato di camorra: Cacace era diventato spacciatore “porta a porta”