Il giudice non ha creduto al loro amore, condannato il “gigolò” stabiese. Inutile la lettera con cui Maria (usiamo un nome di fantasia per tutelare la privacy della protagonista) scagionava il suo amante dall’accusa di circonvenzione d’incapace e chiedeva ai suoi fratelli: «Che volete da noi? Che colpa abbia-mo? E’ forse una colpa amarsi?». Inutile perché il giudice non ha creduto che quell’amore fosse puro e incondizionato, quanto piuttosto condizionato dall’interesse di lui (46enne con il vizio del gioco) agli averi di lei (più grande d’età, mai sposata, senza particolari trascorsi sentimentali e una certa fragilità psicologica).Due anni e mezzo di reclusione, 500 euro di multa e circa 15mila euro da sborsare tra le spese legali e la provvisionale che lui dovrà versare all’ex amante. E’ questo il verdetto emesso dal giudice monocratico Ernesto Anastasio del Tribunale di Torre Annunziata nei confronti di V.B., assistito dall’avvocato Olga Coda. Il pm aveva chiesto due anni e otto mesi. Ora bisognerà attendere novanta giorni per conoscere le motivazioni del giudice e capire quali siano stati gli elementi che lo hanno portato ad accogliere la tesi dei parenti della donna.
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