Bastano 180 minuti di gioco per ricordare agli italiani che la serie B è il campionato più incerto ed avvincente di tutti. Non esistono favori del pronostico e non sempre il fattore campo la fa da padrone. Il segnale più importante lo da la Pro Vercelli che si presenta al Provinciale di Trapani senza alcun timore reverenziale. Va in vantaggio e tiene sotto scacco i padroni di casa per lunghi tratti della gara. Erano a confronto l’esperienza di Serse Cosmi e la freschezza tattica di Moreno Longo. Un esordiente. Sino alla scorsa stagione allenatore della “primavera” del Torino. Due generazioni e due modi diametralmente diversi di impostare la partita.
La conferma alle incertezze del torneo viene dal risultato di Brescia. Nell’anticipo, i lombardi, guidati quest’anno da Brocchi, passano senza eccessive fatiche sul Frosinone. Una delle compagine più accreditate nella lotta per la promozione. Mentre lo Spezia, che vanta uno degli organici più interessanti della categoria, non va oltre a uno squallido pareggio, senza reti, in casa del Latina. Il Bari che vince a tempo scaduto e su rigore a Perugia, dopo la sconfitta casalinga dell’esordio, avvalora ancor di più il concetto espresso sull’incertezza dei risultati di questa stagione.
Riflettori accesi sulle neo promosse. Cittadella a punteggio pieno si candida, con merito ed a pieno titolo, come squadra rivelazione. Dopo l’esordio vincente a Bari mette sotto, tra le mura amiche, anche la Ternana. L’avvio di stagione degli umbri non sembra dei più esaltanti. Che avesse proprio ragione Cristian Panucci? Che dire della Spal. Sulla vittoria eclatante della, nella prima in casa contro il Vicenza e sul reale valore degli estensi, sarà da verificare quanto abbia potuto pesare l’espulsione, a pochi minuti dall’inizio della gara, dell’estremo difensore dei veneti.
La sofferta vittoria del Pisa, riaffidato a Rino Gattuso, cancella con un colpo di spugna, ma solo momentaneamente, tutte le apprensioni dei tifosi nerazzurri.
Da ultimo le squadre campane. Non è un bell’avvio di stagione per l’Avellino. Mimmo Toscano si trova tra le mani una patata bollente. L’organico a disposizione non sembra dei più idonei. L’espressione più volte sfiduciata di Castaldo, il suo uomo più rappresentativo, è il sintomo preoccupante di una situazione tattica ed agonistica momentaneamente carente. Sul rendimento e sui risultati futuri potrebbe risultare determinante l’apporto dei calciatori arrivati alla chiusura della campagna trasferimenti.
Il giovane Falco esalta le qualità del Benevento. Attenzione ai Sanniti. Per la forza economica della Società. Per l’organico a disposizione del suo allenatore, per l’entusiasmo che, sulla spinta emotiva della promozione, accompagna la piazza e per il valore professionale dello stesso Marco Baroni. Le “streghe” potrebbero realmente risultare la terza forza del campionato. I presupposti, più che concreti, ci sono tutti.
I 20mila ed oltre dell’Arechi la dicono lunga sulle potenzialità della Salernitana. Non lo si scopre certamente dal sontuoso colpo d’occhio offerto, ieri sera, dallo stadio campano. In altri momenti lo scatto iniziale del Verona avrebbe prodotto esiti diversi. Negativi. La spinta proveniente da quegli spalti e l’acume tattico di Sannino hanno prodotto il risultato che ci si auspicava sulle rive del Tirreno. L’impegno dei protagonisti in granata ha fatto il resto. Il passare dei minuti ha ristabilito gli equilibri in campo. Nulla da obbiettare sul risultato, al triplice fischio finale. I veneti, tra i favoriti nella lotta per la promozione, vantano un impianto senza dubbio più solido. Il gioco si sviluppa sempre in funzione di una schema tattico provato e frutto, evidente, di ripetute, valide esercitazioni. Proprio per questo la prestazione della Salernitana, positiva sotto l’aspetto dell’impegno e del gioco, assume maggior valore. Va dato atto a Sannino che, nel volgere di poco tempo, ha saputo individuare la migliore disposizione con la quale mandare in campo il suo undici di base.
C’è un neo nella compagine granata. Lo sa Angelo Fabiani come lo sanno Lotito e Mezzaroma. Lo sa ancor di più Sannino. L’undici titolare è competitivo. Senza dubbio da classifica medio alta. Tanta roba il potenziale offensivo che offrono Coda e Donnarumma. Il miglior Rosina risolve le partite da solo. Ma il campionato si gioca su 42 giornate. Mantovani, tra i migliori all’esordio, ieri sera ha avuto qualche distrazione di troppo. L’inverno, freddo e lungo, è fatto di squalifiche, infortuni (purtroppo) e acciacchi di varia natura.
Le seconde linee, quando chiamate in causa, saranno all’altezza della situazione?