Numeri, la vera passione di chi segue il calcio. Non potrebbe essere altrimenti, classifiche, gol, assist, tutto si riduce a sommare addendi su addendi.
La matematica è intrinseca al gioco del calcio, tramutando spesso- e forse mal volentieri- allenatori ed appassionati in contabili privi di calcolatrice. 4-3-3, 4-4-2, 3-5-2,4-3-1-2, e così discorrendo: l’ossessione per i numeri fa parte di questo sport, una sorda ed inspiegabile smania pervade l’animo di noi giornalisti ogni qual volta le squadre si dispongono in campo: bisogna darli i numeri, volenti o nolenti.
Baratto per la sua Turris ha deciso da un po’ su quale modulo puntare, il 4-4-2 con cui si dispongono i corallini sa di scuola italiana vecchia maniera: due linee da quattro, tanta compattezza a metà campo e tanti cross per le due punte.
Questo vago sapore di “calcio all’italiana” rappresenta però sono un’illusione.
Il calcio proposto dal tecnico napoletano- e di conseguenza il modulo da lui scelto- si calano nel solco scavato dagli innovatori del 4-4-2: Antonio Conte e Giampiero Ventura. Un’eresia? No, un paragone forzato? Forse, sta di fatto che come i suoi illustri precursori- soprattutto ai tempi del Bari, anello di congiunzione tra l’ex ct e l’attuale commissario tecnico della Nazionale- anche Baratto punta sulla versione offensiva del 4-4-2, ovvero un 4-2-4 in cui i due esterni di centrocampo diventano dei veri e propri esterni offensivi. Un assetto tattico tutt’altro che banale, soprattutto per la serie D, dove la formula 2+2(due punte centrali con i due esterni sulla stessa linea) viene spesso usata come ultima spiaggia per cercare di ribaltare un risultato. L’idea di Baratto invece è diametralmente opposta, si cerca la manovra ariosa puntando sugli esterni, dove la Turris annovera calciatori di passo e dediti al sacrificio: Palumbo, Petrone, Perfetto , Schettino e Somma- senza dimenticare Sperandeo, attaccante adattabile sulla fascia-, permettono a Baratto di allargare le maglie difensive, in tal modo sia i mediani (Danucci e De Rosa) sia gli stessi esterni possono cercare l’imbucata sfruttando il lavoro delle punte. Non a caso in quel di Gragnano si è spesso assistito a questo tipo di giocata: lancio dalle retrovie e spizzata di uno tra Tarallo e Picci per l’inserimento di un esterno o dell’altra punta. Un tipo di gioco dispendioso soprattutto per gli esterni, chiamati a macinare chilometri anche in fase difensiva per evitare di prestare il fianco alle ripartenze avversarie. Non sarà Conte né Ventura, ma anche Baratto vuole provare a vincere e convincere.