Degli oltre 600 dipendenti del Ruggi finiti sotto la lente della Procura (290 raggiunti da avviso di garanzia) per la vicenda assenteismo, figurano infermieri, caposala, medici, dirigenti e qualche disabile affetto da grave patologia. Tutti oggetto di indagini nell’ambito dell’inchiesta “Just in Time” condotta dai militari della Guardia di Finanza sotto la supervisione della magistratura inquirente (Pm Francesco Rotondo). E mentre per il primo filone (14 indagati, udienza preliminare dal gup mercoledì) sette dipendenti sono stati licenziati senza preavviso prima ancora che ci fosse la conclusione delle indagini (gennaio 2016), altri oggetto di verifiche sarebbero stati addirittura nominati (tramite delibera) dal direttore generale Nicola Cantone a dirigenti in vari settori della Azienda Ospedaliera Universitaria “Ruggi d’Aragona”. Ma alcuni di quei professionisti che sarebbero in procinto di occupare un ruolo di primo livello all’interno del nosocomio salernitano, avrebbero procedimenti in corso dopo alcune denunce presentate ai Carabinieri del Nas e alla stessa Guardia di Finanza. Come ad esempio il caso dell’esposto presentato dal sindacalista Carmine De Chiaro contro l’ex manager Vincenzo Viggiani dopo la lite tra i due e le lesioni subite dal rappresentante del Sapmi come refertate al Pronto Soccorso. Oppure sulla denuncia per le “anomalie” nella commissione disciplinare che a inizio di quest’anno giudicò e licenziò sette presunti “fannulloni” coinvolti nel primo filone della “Just in Time”. Gli indagati sono centinaia ma restano ancorsa “sospese” alcune posizioni riguardanti gli ex vertici dell’Azienda che- come affermato dal Procuratore Capo Corrado Lembo- non avrebbero vigilato sul presunto comportamento «illecito» dei dipendenti per quanto riguarda il cartellino delle presenze.
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