L’inchiesta Antimafia sul Comune di Scafati, a un anno dall’inizio dell’attività investigativa, pare essere a un punto di svolta. Fondamentali potrebbero rivelarsi le dichiarazioni rese dai dirigenti che nelle ultime settimane hanno fatto la spola tra Palazzo Mayer, Reparto territoriale dei carabinieri di Nocera Inferiore e Procura della Repubblica di Salerno. Lontano dagli occhi degli esponenti politici, infatti, i tecnici dell’Ente avrebbero collaborato con la magistratura, almeno per rendere più chiara agli occhi degli inquirenti come funziona la macchina amministrativa di via Pietro Melchiade. Colloqui proficui, tenuti con il Pm Vincenzo Montemurro e gli uomini della Dia, utile per dissipare le tante zone d’ombre che ancora resterebbero a Palazzo di città nonostante il lavoro minuzioso della Commissione d’Accesso agli atti insediatasi lo scorso 22 marzo scorso. In particolare sono due i dirigenti che hanno fornito elementi importanti alla Procura salernitana, in vista del Riesame del prossimo 6 ottobre. Si tratta di figure apicali all’interno dell’Ente, a stretto contatto con la parte politica e, dunque, con il sindaco Pasquale Aliberti. Opere pubbliche, appalti nomine, gestione delle finanze, rapporti con i fornitori, le società partecipate e quelle esterne che si occupano di servizi comunali.
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