Un solo punto in comune, l’età. Sono giovanissimi i componenti dei due blocchi criminali nati dalla scissione tra Sibillo e Nuovi Giuliano. Questi ultimi sarebbero stati spinti nel piano di autonomia da un giovane pregiudicato originario del quartiere Mercato. A conti fatti, il gruppo può contare su una ventina di ragazzini poco più che adolescente, alcuni dei quali cresciuti nel mito dei fratelli Giuliano e con i tasca i soldi dello spaccio. Ma sono pericolosi, spregiudicati e col grilletto facile. Hanno imparato ad usare le armi con le rapine di Rolex. Irrispettosi, senza regole né padrini ad imporre codici. Sfidano le forze dell’ordine, anzi, puntano contro di loro le pistole. E spesso sparano. A dividerli dai “nemici” solo una strada: via Duomo. È dall’altra parte della via che c’è la roccaforte dei Sibillo. Meglio organizzati, dotati di una struttura molto più vicina a quella di un clan di camorra che di una banda di teppisti, i Sibillo hanno implementato gli affari legati allo spaccio di stupefacenti proprio grazie al loro nuovo capo. Lo chiamano «‘O Nonno» per la pacatezza durante le riunioni. Un ragazzone di un metro e ottanta con barba folta e scura. Da qualche giorno il look da bravo ragazzo (occhiali sempre inforcati e capelli lunghi fino all’orecchio) ha lasciato il posto ad una rasatura degna di un marine, quasi a rappresentare l’inizio delle ostilità. La nuova faida che potrebbe attraversare Forcella ha la sua striscia di Gaza in cento metri di selciato all’ombra della chiesa di San Giorgio ai Mannesi, nel cuore di una Napoli che non ha mai smesso di avere paura.
CRONACA
28 settembre 2016
Scissione a Forcella, chi sono i protagonisti della guerra