«Quando papà mi portava al Vestuti…», è l’incipit d’ogni racconto d’una generazione cresciuta a pane e Salernitana. S’entrava mano nella mano. E dicendo all’addetto (che all’epoca non si chiamava ancora steward): «Il bambino sta con me». Una frase come chiave, per aprire quella porta dei desideri e sbucare sui gradoni di Piazza Casalbore. Tanto che i ragazzini più emancipati già facevano da sé, avvicinando adulti sconosciuti: «Capo, potete dire che sto con voi…». Da qualche anno all’Arechi il “giochino” non funziona più: pagano tutti, pure gli under 14, e siccome la Curva Sud è l’unico settore in cui il biglietto “ridotto” non esiste nei giorni scorsi è scoppiato un “caso”: «Come si fa a imporre la “tariffa piena” a un bimbo per vedere la partita?».
Il coro di protesta è arrivato sino agli uffici di via Salvador Allende, dove, anche su sollecitazione d’esponenti della tifoseria granata, si sarebbe trovata una soluzione. Punto di partenza: i baby supporters, i sostenitori del futuro, non vanno trattati come “portoghesi” né tantomeno abusivi, dunque la dirigenza della Salernitana avrebbe raggiunto un compromesso. La via di mezzo, che dovrebbe esser seguita nelle prossime settimane, probabilmente sin dal derby del 9 ottobre nello stadio con il nome da principe contro il Benevento, porterebbe all’istituzione d’un ticket al prezzo simbolico di 2 euro per gli under 14 che vorranno accedere alla Curva Sud. Una sorta di “ridotto speciale”, che rispetta le norme sul biglietto nominale (ogni spettatore dev’esser in possesso d’un titolo d’ingresso, pure i più piccoli, così come gli accreditati e i destinatari di gratuità), però al contempo dà possibilità anche a un genitore “curvaiolo” di portare allo stadio i propri figli a un costo irrisorio.
La novità spegnerebbe il fuoco delle polemiche accesosi in occasione di Salernitana-Vicenza, quando fu necessario l’intervento delle forze dell’ordine per sedare le tensioni ai tornelli. Il “tagliando-bambino” a 2 euro è ora al vaglio della proprietà Lotito-Mezzaroma, ma il via libera non dovrebbe tardare. Così che anche i “grandi di domani” potranno raccontare: «Quando papà mi portava all’Arechi…».