L’Antimafia accelera la propria attività su Scafati dopo le dichiarazioni del pentito Romolo Ridosso. L’ultimo capo-cosca, a colloquio con il Pm Vincenzo Montemurro lo scorso 8 settembre nel carcere di Benevento, ha permesso agli inquirenti di allargare il cerchio sul quel presunto “sistema” che stanno cercando di portare alla luce. E per questo gli uomini della Direzione investigativa Antimafia, agli ordini del capitano Fausto Iannaccone, venerdì pomeriggio sono ritornati a Scafati. Stavolta sono piombati a casa dei coniugi Enrico Pennarola e Patrizia Paolino, quest’ultima sorella di Monica, consigliere regionale in quota Forza Italia, e cognata del sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti. Nelle due ore di perquisizione nell’appartamento di via Aquino, vicinale Scanzillo, hanno consegnato gli avvisi di garanzia a marito e moglie, oltre che portato via la documentazione contabile della ditta di Pennarola, un computer e i telefoni cellulari in possesso alla coppia. Il tutto è avvenuto a poca distanza dall’abitazione di Pasquale Aliberti, Monica Paolino e Nello Maurizio Aliberti. Ai coniugi Paolino-Pennarola la Direzione distrettuale Antimafia di Salerno contesta l’accusa violenza privata, con l’aggravante del metodo mafioso.
Un blitz arrivato dopo le dichiarazioni di Romolo Ridosso sulla sorella della Paolino e del marito, che per un breve periodo, nell’autunno del 2013, ha ricoperto il ruolo di presidente della società partecipata dell’Ente, la Stu “Scafati Sviluppo”.
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