«Ho chiesto invano spiegazioni all’impiegato allo sportello, ma mi è stato risposto seccamente che questo è quanto prevede la legge. Per chi, come me, ha una famiglia a carico e non ha un reddito alto, anche 16 euro sono una cifra elevata da spendere. E se esiste un decreto che lo prescrive, perché – mi chiedo – qualcuno fa e disfà a proprio piacimento il regolamento, a danno della povera gente?». Gennaro è l’unico a lavorare in casa. O meglio, l’unico ad avere un’occupazione che a stento gli permette di provvedere al sostentamento del suo nucleo familiare composto da quattro persone. L’uomo è uno dei tanti cittadini che si è visto negare l’esenzione dall’imposta di bollo per la richiesta di un cerificato per assegni familiari agli uffici della quarta Municipalità. In particolare a quelli della sede di via Tribunali, nell’ex Ospedale della Pace. Un’anomalia segnalata da numerosi residenti che hanno presentato la richiesta agli sportelli municipali e si sono visti rifiutare quello che, per legge, è un diritto. Stando a quanto prevede il decreto del Presidente della Repubblica numero 642 del 26 ottobre 1972. In base alla normativa, infatti, che indica in una specifica tabella i principali casi di esenzione, sono diversi i soggetti che hanno diritto ad usufrirne, anziché pagare 16 euro per ogni marca da bollo, come accade alla quarta Municipalità: all’articolo 8, ad esempio, si parla di “copie e certificati rilasciati nell’interesse di persone non abbienti – atti relativi a sussidi o ammissione a istituti di beneficenza”; o ancora, all’articolo 9, dove si parla di “atti e documenti in materia di assicurazioni sociali obbligatorie, pensioni, assegni familiari (esenti anche dai diritti di segreteria) e lavoro (con iscrizione nelle liste di collocamento, cessazione rapporto di lavoro e cessione del quinto)”. Insomma, tutto messo nero su bianco dal legislatore, con un decreto di 44 anni fa. Ma che sembra non avere alcun valore per gli uffici municipali di via Tribunali. Da qui la decisione di inoltrare un’interrogazione all’Ufficio Avvocatura e a quello della Trasparenza del Comune, oltre che al presidente e al direttore della Municipalità, al sindaco e alla Procura della Repubblica, da parte del consigliere municipale Fabio Nacarlo (Centro democratico), che spiega: «A seguito di numerose segnalazioni da parte di residenti, che hanno riferito di essersi visti rifiutare le certificazioni esenti da bollo, specie per richiesta di assegni familiari, venendo obbligati ad acquistare valori da 16 euro l’uno, ho ritenuto opportuno segnalare l’anomalia agli enti preposti. Soprattutto perché, stranamente, gli stessi certificati vengono regolarmente rilasciati da altre Municipalità».
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