Anche William Shakespeare faceva ricorso ai ghost writer. Diciassette opere attribuite al grande drammaturgo e poeta inglese furono scritte in collaborazione con altri autori, secondo un’edizione delle sue opere in uscita questo mese che utilizza “big data” per rivelarne la paternità mista. Il presunto rivale di Shakespeare, Christopher Marlowe, è considerato co-autore della trilogia di Enrico VI, mentre il drammaturgo Thomas Middleton è considerato l’adattatore di “Tutto è bene quel che finisce bene”. Il numero totale di 17 su 44 delle opere di Shakespeare scritte a molte mani è circa il doppio delle otto su 39 identificate nell’ultima edizione dei lavori completi della Oxford University Press nel 1986. I lavori sulla nuova edizione sono iniziati nel gennaio 2009 e 18 studiosi di cinque Paesi hanno affrontato la questione della paternità delle opere. Le scoperte hanno dimostrato che anzichè essere rivali che si sono ispirati a vicenda, Shakespeare e Marlowe hanno in realtà lavorato insieme sulle opere, che sarebbero state scritte nel 1591.
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24 ottobre 2016
Shakespeare aiutato nello scrivere 17 opere su 44