Due ore in cinque tappe, otto anni dopo l’agguato che stroncò il tunisino Ben Aziz e Sandr o Cascetta: tanto è durato il sopralluogo disposto dalla Corte d’Assise d’Appello per ripercorrere il duplice omicidio del 18 agosto 2008, con gli accertamenti partiti da Piazza Corpo di Cristo, luogo dell’esecuzione, proseguiti lungo Corso Ettore Padovano poi giù per via Astarita, fino al cuore del centro storico e poi dritti nel portone della famiglia Fezza. Sarebbe questo il percorso seguito dai tre componenti del commando organizzato per uccidere “il tunisino”, nel racconto reso dal collaboratore di giustizia Domenico Califano. “Il nero” fu stroncato da una pioggia di fuoco, nel mirino di un commando di camorra, appena uscito dall’agenzia viaggi in Piazza Corpo di Cristo, poco dopo le diciotto. La paranza chiuse il conto lasciando due morti sul terreno: il tunisino Mohammed Abdel Aziz, inviso a mezza mala locale. già scampato ad un vecchio agguato anni priima, e Sandro Cascetta. Gli imputati Francesco Fezza, Andrea De Vivo e Vincenzo Confessore, individuati quale braccio armato del clan di camorra Fezza – D’Auria Petrosino, già condannati in primo e secondo grado all’ergastolo, sono di nuovo alla sbarra nel Processo D’Appello bis ordinato dalla Corte di Cassazione, per verificare le ricostruzioni del pentito, in primis, e comparare alibi e quadr oprobatorio.
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