È il giorno di “Ringhio”, e al cospetto d’un passato che affascina, rievocando l’umanissima nostalgia della favola troppo breve che l’Arechi visse in serie A, la Salernitana dovrà tirar fuori la ferocia per provar a sbranare le sue paure, ancor prima che l’avversario. Faccia a faccia con il Pisa di Gattuso, ma pure con le timidezze e le inquietudini che l’ultima serie di tre pareggi consecutivi ha portato con sé, Sannino e la sua squadra sono chiamati a lanciar un messaggio forte. Al campionato, alla tifoseria, alla proprietà.
Già, perché la “dicotomia” dialettica del post-Ascoli, quando il tecnico di Ottaviano ha parlato d’«obiettivo salvezza» e patron Lotito ha replicato «ma anche no», (ri)alzando l’asticella delle aspettative, può esser davvero cancellata solo da una vittoria, meglio ancora se convincente. Da quattro partite i granata hanno tamponato l’emorragia di sconfitte, però va da sé che per risollevare una classifica precaria, e oggettivamente preoccupante a dispetto della striscia d’imbattibilità, occorra uno strappo. Una scossa. Una svolta.
Alle tre del pomeriggio, all’Arechi, la Salernitana dovrà dimostrare d’aver abbastanza benzina nel serbatoio per raggiungere il Pisa, oggi tre punti più su, e mettersi nella corsia giusta per risalire posizioni e riavvicinarsi al treno play-off. Ché è quello il vero traguardo d’un campionato “battezzato” come di riscatto, dopo i patemi d’una stagione d’inferno, raddrizzata solo sui titoli di coda. Con le ambizioni non si bluffa, e pure se il fine di quella frase di Sannino era “strategico” (a volte abbassare un po’ le aspettative aiuta a smorzare la tensione e a vivere con più serenità la quotidianità d’un gruppo che a Salerno è sempre sotto pressione per “dolce condanna”), è chiaro che soltanto dal campo potrà arrivare la miglior risposta agli interrogativi – legittimi o forzati – sorti dopo il misunderstanding a distanza con il “magno” Claudio.
Insomma, ce n’è abbastanza per caricare Salernitana-Pisa d’ulteriori significati, neanche troppo di “contorno”, che arricchiranno un sabato dal peso specifico rilevante per il prosieguo del cammino d’entrambe. La formazione nerazzurra ha fatto propri il carisma e la tenacia del suo condottiero Gattuso, stringendo l’anima tra i denti e combattendo nella tempesta d’una crisi societaria senza fine, che ha addirittura affidato l’ultima speranza al presidente della Lega di B, Abodi, con un’anomala delega “istituzionale” per la cessione del club. Mediazioni sindacali a parte, i toscani sono figli dell’emergenza temprati nel carattere: martedì sera hanno imposto il pari al Verona, subiscono pochissimo (miglior difesa del campionato assieme al Frosinone) anche se fanno una fatica del diavolo ad andare in gol (peggior attacco con 6 reti, tante quante ne hanno incassate).
Un bell’ostacolo, per la Salernitana che deve riprendersi l’Arechi e per Sannino che deve stracciare l’etichetta di “X Man” appiccicatasi addosso dopo aver pareggiato più della metà delle partite (6 su 11). È il giorno di “Ringhio”, vediamo chi sbrana…