Le confidenze con il fratello che era andato a trovarlo in carcere potrebbero incastrare definitivamente Umberto Scassillo, il 71enne saldatore in pensione che il 20 aprile 2015 uccise la moglie Ida Fontana piantandole nove colpi di piccone in testa. Ne è convinta la Procura della Repubblica di Torre Annunziata che ieri, nel corso del processo per il femminicidio che si celebra davanti alla III sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli, ha chie-sto alla corte la trascrizione dei colloqui in carcere tra i due anziani fratelli. Una mossa che, nelle intenzioni della Procura, dovrebbe por-tare a dimostrare che quello di Umberto Scassillo fu un piano e che non si trattò di un raptus improvviso dell’uomo che, terminato il massacro nella villetta che si trova in una traversa di via Nazionale a due passi dal confine con Torre Annunziata, si mise al volante per andare alla caserma dei carabinieri e confessare: «Ho ucciso mia moglie». Omicidio volontario premeditato con dolo d’intenzione, per la Procura, e non d’impeto come è attualmente contestato al 71enne assistito dagli avvocati Ivan Marcello Severino e Michele Riggi. Durante il colloquio in carcere con il fratello, una delle poche persone che gli era rimasta vicina visto che i rapporti con tre dei quattro figli erano già logorati da tempo, Scassillo si sarebbe lasciato andare ad alcune considerazioni sul rapporto con la moglie che, secondo la Procura, dimostrerebbero la sua intenzione di eliminarla. Parole captate dai sistemi di registrazione della sala colloqui e che, al momento, sono agli atti del processo soltanto attraverso una sintesi. Quella che viene appuntata nei brogliacci dagli investigatori. Si tratta di un riassunto che, come ogni forma di elaborazione umana, può essere soggetta a delle interpretazioni. Affinché i giudici capiscano esattamente cosa si dissero i due fratelli e che senso dare a quelle parole, attraverso il confronto tra accusa e difesa previsto dal codice per la formazione della prova in dibattimento, quel riepilogo non basta. Servono le frasi e le parole esatte che ora un perito nominato dal Tribunale dovrà trascrivere per farle entrare negli atti del processo. Intanto nell’udienza di ieri è stato ascoltato il medico legale che eseguì l’autopsia sul corpo della donna. Ricostruiti i colpi che, secondo il perito, sarebbero stati inferti con violenza su Ida Fontana. Un vero e proprio massacro.I litigi in casa sarebbero stati all’ordine del giorno, causati anche dalle questioni relative all’eredità da lasciare ai figli. A scatenare la rabbia di Umberto Scassillo ci sarebbe stato il presunto “affronto” da parte della donna che quel giorno sarebbe stata pronta ad andare via di casa. La valigia di lei pronta, lui impugnò il piccone. E l’ammazzò. Se con un piano meditato da tempo potrebbero svelarlo anche quelle parole scambiate con il fratello.
CRONACA
10 novembre 2016
Torre del Greco. Scassillo ammazzò la moglie con il piccone, il massacro fu premeditato