Lo struscio o il derby? Ora che Avellino-Salernitana ha ufficialmente trovato la sua collocazione nel calendario (sia calcistico che “dei Santi”), alle tre del pomeriggio di sabato 24 dicembre, che si aprano pure le trattative nelle vostre case.
Ché solo per i mille (tanti saranno i biglietti a disposizione dei tifosi granata) che seguiranno la squadra del cavalluccio marino al Partenio Lombardi il problema non si pone: la loro Vigilia di Natale la passeranno per gran parte in pullman o in auto, sopportando ore d’attesa per coprire i 35 chilometri che abitualmente si percorrono in mezzoretta scarsa, tra gli interminabili “stop and go” per i controlli prima d’entrare in un settore in cui resteranno “ammassati” per 90 minuti di partita, aspettando poi, in un post-gara che sembrerà infinito, l’ok per rimettersi in marcia verso casa. Chi ha “prenotato” la trasferta, insomma, già conosce il suo destino. Per tutti gli altri, invece, c’è poco più d’un mese di tempo per condurre la lunga mediazione con amici, fidanzate, mogli e familiari vari.
«C’è la partita, non passiamo assieme neppure la giornata del 24?», si sentiranno rinfacciare gli inguaribili “schiavi” del dio-pallone. Non è una semplicemente domanda dalle cento pistole, è un’autentica raffica di colpi, peggio d’una “stesa”. Il derby alle ore 15 non dà via di mezzo. Un anno fa, sempre alla Vigilia, si giocò Salernitana-Cagliari all’Arechi, però alle 12.30, dunque “scappando” dallo stadio con il nome da principe al triplice fischio molti “sudditi di sua maestà” salvarono capre, cavoli e struscio. Ché tanto il clou del “buon Natale” anticipato è nel primo pomeriggio. Sì, proprio quando ad Avellino si metterà palla al centro, in una partita che per storia e campanilismo porta con sé significati superiori, al di là della classifica con cui biancoverdi e granata arriveranno a giocarla.
A Salerno il 24 dicembre è un rito, quasi un «dovere un morale». La corsa agli ultimi regali (si dice che qualcuno se li lasci in coda apposta), il brindisi con gli amici, quelli di sempre e altri che non si vedono per un anno intero, lo scambio volante d’auguri sbaciucchiandosi pure con i semi-sconosciuti in un festival del “volemose bene” spesso finto come una banconota da 3 euro, eppure bellissimo, divertente, tradizionale. Gli argomenti all’ordine del giorno, tra un «con chi sei?» e un «prendi un bicchiere», sono due: «Che fai stasera, prima e dopo la mezzanotte?» e, tanto per (non) cambiare, la Salernitana del calcio. Già, e stavolta ch’è in campo, come la mettiamo? Delle due l’una: città mezza deserta, che sacrifica il suo festoso delirio della Vigilia sull’altare di “nostra signora” del calcio, o tanti “capannelli” e punti di ritrovo, magari persino un maxi-schermo, per seguire la partita tutt’insieme, sperando – nel ricordare il ko granata d’un anno fa ad Avellino – che sia davvero la “rivincita di Natale”.
Di sicuro ci sarà da “trattare”, per far capire (basterà provarci, la riuscita è un’impresa) che quest’anno va così, e che «apro gli occhi, ti penso, ed ho in mente te» “sparata” abitualmente a tutto volume dalle casse dei bar stavolta sarà sostituito da «la curva te lo canta, dovete fare gol». La Lega di B, che governa – ipse dixit – «il campionato degli italiani», tante cose non può saperle.
Lo struscio o il derby? Si cercherà di conciliare tutti e due. E si vi “odieranno”, almeno per un po’, incassate e (ri)giocatevi il solito consumato stereotipo che «a Natale siamo tutti più buoni». Il pallone, che viziaccio…