Arriva la svolta sui 48 nuovi alloggi da realizzare in località Atigliana. Entro due mesi il Comune di Sorrento deve rilasciare il permesso a costruire alla Cooperativa edilizia penisola sorrentina. In caso contrario l’autorizzazione sarà concessa da un commissario ad acta – già individuato nel funzionario della direzione del governo del territorio della Regione Campania – che sarà pagato dal Comune di Sorrento.
Lo ha deciso il Tar della Campania che ha accolto il ricorso presentato dalla Ceps che, da ben 36 anni, attende il via libera definitivo per costruire le case. I giudici hanno dichiarato illegittimo il “silenzio” dell’amministrazione comunale sull’istanza delle cooperative (il piano Ceps fu approvato dal consiglio comunale il 22 maggio dell’anno scorso, a otto giorni dalle Comunali, ndr) tanto da aver trasmesso la sentenza alla Procura regionale della Corte dei Conti che, a questo punto, potrebbe avviare un’inchiesta per l’ipotesi di danno erariale. Motivo? Ceps, una volta ottenuto il permesso, dovrà liquidare al Comune di Sorrento circa 300 mila euro di oneri di concessione oltre a doversi fare carico di altre opere – tra cui la realizzazione di parcheggi anche a uso del vicino Palasport e la risistemazione di verde pubblico e arredo urbano – per ulteriori 450 mila euro.
Quello della cooperativa è un progetto storicamente contrassegnato da polemiche e ritardi. In un fondo di sua proprietà situato in località Atigliana, Ceps intende costruire tre edifici plurifamiliari di edilizia sociale residenziale attraverso le opportunità previste dalla legge regionale del Piano casa. Il Piano urbanistico attuativo sul caso Ceps fu definitivamente approvato dal consiglio comunale di Sorrento nel 2015. Ma da allora non ci sono stati passi in avanti per sottoscrivere la convenzione tra Comune e cooperativa né sono emerse evoluzioni sul rilascio del permesso a costruire, neanche a fronte di una diffida presentata dal presidente di Ceps Nicola Esposito. A quel punto è scattato il ricorso al Tar che ora accoglie le ragioni delle cooperative perché, a detta della settima sezione del Tribunale amministrativo regionale della Campania (Alessandro Pagano, presidente; Diana Caminiti, primo referendario; Luca De Gennaro, primo Referendario, estensore): «In un regime di trasparenza e partecipazione – scrive il Tar – l’obbligo di provvedere sussiste ogniqualvolta esigenze di giustizia sostanziale impongano l’adozione di un provvedimento espresso, in ossequio al dovere di correttezza e buona amministrazione in rapporto al quale il privato vanta una legittima e qualificata aspettativa ad un’esplicita pronuncia».
CRONACA
15 dicembre 2016
Nuove case a Sorrento, il Tar dà ragione alla Ceps: «Subito il permesso». Atti alla Corte dei Conti