“Solo chi non conoscesse la normativa o pensasse di ignorarla potrebbe ritenere di riaprire un procedimento formalmente concluso e sottoscritto dalle parti”, avverte Almaviva replicando al pressing per includere nell’accordo-ponte del 22 dicembre anche il sito di Roma con i suoi 1.666 dipendenti: le Rsu non avevano aderito e da quel giorno il sito ha cessato le attività. Pensare oggi ad “una trattativa supplementare” è per l’azienda “fuori da ogni logica”, “legalmente e tecnicamente impossibile”.
“Nessuno spazio per modifiche agli accordi”, dice quindi Almaviva. Il pressing dei sindacati per includere a tempo scaduto Roma nell’accordo siglato il 22 dicembre, e che prevede altri tre mesi di trattativa e parallelamente una proroga degli ammortizzatori sociali, è partito dopo le consultazioni dei lavoratori da cui è emersa una maggioranza contraria alla posizione che era stata assunta dalle Rsu che non hanno siglato l’intesa. “Dopo 75 giorni di trattativa, nel rispetto di tempi e modi definiti dalla legge – durante i quali tutte le rappresentanze sindacali presenti hanno opposto un assoluto rifiuto ad affrontare il confronto di merito sulle proposte presentate da Almaviva Contact senza al contempo presentare alcuna alternativa -, il 22 dicembre si è conclusa la procedura di licenziamenti collettivi con la firma di un’intesa sulla base della proposta di mediazione del Governo”, ricostruisce quindi l’azienda: “In quel contesto, le rappresentanze sindacali della sede di Roma, le uniche legittimate alla firma, si sono rifiutate all’unanimità di sottoscrivere l’accordo dichiarando ufficialmente di seguire il mandato delle assemblee dei lavoratori. Le rappresentanze sindacali della sede di Napoli hanno invece firmato l’accordo”. Da qui, “in linea con quanto sempre dichiarato e preso atto del pronunciamento unitario delle rappresentanze sindacali – indica l’azienda – dal 22 dicembre il sito operativo di Roma ha cessato ogni tipo di attività. Almaviva quindi puntualizza: “Apprendiamo oggi, a seguito di sorprendenti dichiarazioni sindacali, che c’è chi vorrebbe cancellare tutto affermando che la totalità delle rappresentanze sindacali di Roma avrebbe agito contro il volere della maggioranza dei lavoratori. Come se i quasi tre mesi di trattativa fossero semplicemente stati un gioco da parte di chi ora vorrebbe rimuovere la responsabilità di agire sulla base di precise leggi in rappresentanza dei lavoratori”, “Oggi, solo chi non conoscesse la normativa o pensasse di ignorarla potrebbe ritenere di riaprire un procedimento formalmente concluso e sottoscritto dalle parti congiuntamente ai competenti rappresentanti dei Ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro. La norma, infatti, passati i 75 giorni di procedura volta a ricercare ogni strada possibile per arrivare ad un’intesa, non dà spazio a possibilità di ripensamenti successivi, né consente eventuali integrazioni o modifiche al testo d’accordo”. L’azienda non lascia spazi aperti: “L’ipotesi di attivare una trattativa supplementare, oltre che fuori da ogni logica ed in contrasto con il mandato di rappresentanza sindacale dichiarato, risulta inoltre legalmente e tecnicamente impossibile perché invaliderebbe l’intera procedura conclusa con la mediazione del Governo”.
CRONACA
28 dicembre 2016
Almaviva, l’azienda chiude a una nuova trattativa