Guerriera del centrodestra, convinta che l’unica leadership forte al momento resti quella espressa da Silvio Berlusconi, l’ex ministro Mara Carfagna chiude il 2016 con un buon piazzamento nella classifica della produttività dei parlamentari (è 25esima tra i campani) e un attacco a muso duro al sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.
Divisa tra Roma e Napoli, mantiene un buon indice di produttività in Parlamento ed è sempre presente in Consiglio comunale. È difficile gestire questo doppio ruolo?
È sicuramente impegnativo, ma basta organizzarsi. Vede, quando gli italiani ci onorano del loro voto, quando ci danno fiducia, quando ci scelgono tra molti è nostro preciso dovere impegnarci per loro, farci portavoce delle necessità, dei bisogni e delle istanze. Cerco di farlo al meglio, sia in Parlamento che in Consiglio comunale, cerco di ascoltare il più possibili i cittadini e di trasformare le loro istanze in provvedimenti concreti. Per me è la naturale evoluzione del ruolo che ho il privilegio di ricoprire.
Sulla scena nazionale il 2016 si chiude con molti interrogativi sul futuro, tra legge elettorale da ripensare ed equilibri incerti. Quale scenario auspica per l’anno che sta per comunciare?
Gli italiani non sono preoccupati per la legge elettorale. Va fatta, va fatta bene e in tempi rapidi. Ma le risposte che la politica deve dare sono altre. L’Italia attraversa un momento difficile in un contesto internazionale molto critico. La crisi economica più lunga del dopoguerra ha aumentato le disuguaglianze e impoverito il ceto medio. I flussi migratori sono diventati un fenomeno strutturale che non viene gestito con il dovuto rigore,mettendo a rischio la coesione sociale. La minaccia terroristica sta insanguinando anche l’Europa, costringendoci a modificare i nostri stili di vita e a convivere con la paura. La disoccupazione, soprattutto quella giovanile ha raggiunto livelli inaccettabili e il divario tra il Nord e il Sud del Paese ha assunto le sembianze di una frattura che sembra sempre più difficile risanare. Su questi temi non si può più tergiversare. Bisogna trovare delle soluzioni e dare delle risposte.
In consiglio comunale sta conducendo molte battaglie. Quali saranno le sue priorità per Napoli e i napoletani?
È ormai evidente a tutti che l’amministrazione de Magistris non ha a cuore i diritti dei cittadini. Lo dimostra in primis il totale disinteresse della sua giunta verso le fasce deboli, nonostante il sindaco rivendichi con orgoglio di essere un uomo di sinistra. Napoli è la città che spende meno in Italia per politiche sociali. Un problema di trasferimenti c’è sicuramente stato, ma la legge quadro 328 del 2000 stabilisce che il Comune debba svolgere un ruolo cruciale nell’offerta pubblica di servizi sociali e socio-assistenziali. La giunta de Magistris, tuttavia, non svolge questo ruolo perché non riesce a riscuotere le entrate né a valorizzare il patrimonio né a ridurre gli sprechi e non ha dunque risorse da investire. Abbiamo chiesto infinite volte al Sindaco come intenda far fronte al taglio di 130 milioni di euro al capitolo dedicato alle politiche sociali che la sua maggioranza ha approvato nel bilancio di previsione ad agosto. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Così come non abbiamo ricevuto nessuna risposta sulla situazione critica delle periferie e degli impianti sportivi abbandonati al loro destino. Queste sono e saranno invece le nostre priorità.